Mazón prosegue con la controriforma che favorisce l’edilizia sulla costa valenciana | Notizie dalla Comunità Valenciana
Il governo valenciano, allora di PP e Vox, ha avviato, poco dopo essere giunto alla Generalitat nel 2023, una controriforma legislativa per rendere più flessibili una serie di norme in vigore, approvate dal 2015 dal precedente esecutivo Botànic (PSPV, Compromís e Unidas Podemos). che organizzarono e protessero il territorio valenciano. E la prima di queste, la legge sulla semplificazione amministrativa, è entrata in vigore ieri, martedì. La legge, un miscuglio che tocca una moltitudine di questioni, non solo urbanistica, può toccare il divieto di costruire sulla costa su 1.137 ettari di terreno non edificabile e soggetto a inondazioni. Al momento, la norma di semplificazione amministrativa consente usi terziari – ad esempio la costruzione di alberghi – a soli 200 metri dalla costa, quando prima il minimo era 500. Inoltre, trasferisce ai Comuni il potere di concedere licenze in aree non -terreni edificabili in zone soggette a inondazioni, facoltà che in precedenza dipendeva dalla Generalitat.
Il presidente della Generalitat, Carlos Mazón, del PP, ha mantenuto il contenuto del suo Piano Semplifica, così come era stato concepito mesi prima dei danni che hanno devastato il territorio di buona parte della provincia di Valencia, soprattutto nelle zone alluvionate delle popolazioni. Una delle misure più controverse, come quella di consentire la costruzione a 200 metri dalla costa, è stata concordata alle Cortes dal Partito Popolare e da Vox la mattina del 29 ottobre, quando scoppiarono le inondazioni che provocarono almeno 222 morti.
La legge già in vigore, dopo la sua pubblicazione nel Gazzetta ufficiale della Generalitat Valenciana (DOGV), è, salvo poche modifiche, il decreto che il presidente della Generalitat, Carlos Mazón, ha presentato lo scorso maggio con l’obiettivo di uscire dal “modello superato” e “ridurre gli ostacoli” nella legislazione autonoma: cioè , semplificare la burocrazia per velocizzare i processi amministrativi per le imprese e il rapporto con i cittadini. Il decreto ha eliminato o modificato 29 leggi, 37 decreti, otto ordinanze e più di 500 articoli attuali. Il Governo valenciano l’ha approvato all’inizio di luglio, anche se in seguito, per l’imperativo di Vox, che aveva già abbandonato l’Esecutivo valenciano, ha dovuto essere trattato come disegno di legge nelle Cortes valenciane.
Questa legge trasferisce, ad esempio, ai comuni la preparazione di relazioni e il potere di concedere licenze per terreni non edificati in zone soggette a inondazioni con lo scopo di accelerare l’elaborazione dei progetti, quando prima era un obbligo della Generalitat.
Un altro degli articoli che ha attirato maggiormente l’attenzione del decreto di luglio è stata la riduzione della distanza dalla costa per poter costruire alberghi o qualsiasi altro uso terziario del territorio, che ha smantellato la protezione progettata dal precedente esecutivo Botanico per tenere lontano il cemento dalla costa dopo anni di boom urbano. Proprio il nodo gordiano del Pativel, il piano di gestione costiera approvato nel 2018 dal governo progressista, impediva la costruzione nei primi 500 metri di costa, proteggendo 7.500 ettari di territorio, di cui 1.137 erano, prima del piano, edificabili ed erano situati in zone soggette ad alluvioni. Il Pativel li ha declassificati e li ha resi non sviluppabili. Ora la Generalitat introduce una modifica che consente l’uso terziario alberghiero a 200 metri dalla spiaggia.
Il disegno di legge per la pianificazione e la protezione del litorale valenciano, un’altra delle riforme giuridiche annunciate dal governo Mazón, va nella stessa direzione e, se portato a compimento, ridurrebbe anche la forza giuridica del piano che proteggeva le zone a rischio di inondazioni dalle costruzione , secondo la viceportavoce socialista María José Salvador. “I Pativel ci hanno messo in prima linea nella protezione della costa, tenendo conto di quanto sia stata sfruttata storicamente, e ora vogliono svuotarla”, aggiunse allora anche la parlamentare di Compromís Paula Espinosa.
Nel piano Simplifica c’è un altro elemento che indebolisce la Strategia Territoriale Valenciana, il primo documento di pianificazione regionale approvato nel 2011 dalla Generalitat, allora presieduta dal PP, e che limitava la crescita urbana fino al 2030 nei comuni. Il governo del socialista Ximo Puig (2015-2023) ha reso vincolanti le sue opinioni e ora il PP vuole considerarle indicative.
Si susseguono annunci di modifica o revisione della normativa più protezionistica vigente sul territorio. Solo pochi giorni fa, l’Esecutivo regionale si era detto disponibile a modificare la legge Huerta, che tutela i terreni ad alto valore agricolo, con l’obiettivo – “scusa”, secondo l’opposizione – di “sbloccare i progetti di azione sulla canalizzazione dei fiumi e burroni”, una questione molto delicata dopo la dana.
Legge sui giardini
La socialista María José Salvador, ex ministro dell’Ambiente della Botànic, ritiene che la motivazione addotta dal Consell fosse un mero alibi perché non esiste alcuna infrastruttura idraulica vietata dalla legge Huerta, che prosperò sotto il suo mandato. Ad esempio, per intervenire nei burroni del Poyo o di La Saleta, straripati durante la dana, Salvador assicura che la legge Huerta non è un impedimento. Bastano una serie di criteri di integrazione paesaggistica per intervenire sui canali. E capisce che dietro l’urgenza del governo valenciano di modificare questa norma potrebbe esserci anche l’apertura alla costruzione su questo tipo di terreno.
Infine, la Generalitat intende anche rivedere il Piano d’azione territoriale per la prevenzione del rischio di inondazioni (Patricova), in cui vengono identificate e mappate le aree a rischio di inondazioni della Comunità Valenciana. “Affinché? Non lo sappiamo”, dice Salvador, che ricorda che questo piano è stato uno strumento valido ed ha evitato la costruzione in zone soggette a inondazioni durante i mandati dei Botànic.
Secondo l’attuale ministro dell’Ambiente, Vicente Martínez Mus, egli vuole che la modifica legislativa “incorpori nuove priorità” per evitare costruzioni in zone potenzialmente ad alto rischio, come ha osservato la settimana scorsa. Una nuova cartografia “ci permetterà di delimitare le aree che hanno subito inondazioni e la profondità di ciascuna di esse”, per “visualizzare il territorio colpito e l’entità delle inondazioni”, subite durante la tempesta di un mese fa, ha spiegato.