Il tenente colonnello Mauro Cid, ex aiutante di campo di Jair Bolsonaro (PL), dovrebbe rilasciare una nuova dichiarazione alla Polizia Federale (PF) questo giovedì (5) alle 15 a Brasilia. Questa è la sua terza dichiarazione nelle ultime due settimane e la quattordicesima da quando è stato arrestato per la prima volta nel 2023.
Il rapporto di Gazzetta del Popolo appreso da fonti legate alle indagini che, tra le inchieste, il PF intende ancora colmare le lacune riscontrate tra le precedenti dichiarazioni del Cid e le conversazioni recuperate dai suoi dispositivi elettronici con l’ausilio di software della tecnologia israeliana.
C’erano ancora prove da chiarire che avrebbero portato alla presunta preparazione di un colpo di stato, al quale il Cid avrebbe partecipato, secondo il PF, come interlocutore di Bolsonaro, ma ciò non sarebbe stato precedentemente segnalato né chiarito le autorità. Non si possono escludere nemmeno questioni legate ad altre inchieste, come quella degli 8 de Janeiro e delle Milizie Digitali., che sarebbe legato al colpo di stato, secondo la STF.
Nei fascicoli recuperati, il PF sostiene di aver rinvenuto documenti e informazioni che non erano stati indicati dall’ex assistente, “forse per tutelare i presunti coinvolti”.
Secondo il patteggiamento sottoscritto dal Cid nel 2023 e approvato dalla STF, lui avrebbe dovuto fornire informazioni sui fatti accertati e consegnare tutte le prove. Due settimane fa, in testimonianza davanti alla STF, il ministro Alexandre de Moraes ha deciso di mantenere i benefici dell’accordo e il Cid continua a rispondere al processo in libertà. La difesa del Cid dice che non sa cosa dovrebbe chiedere il PF nella nuova testimonianza di giovedì.