Mauro Cid nomina Braga Netto nel presunto piano golpista
Il tenente colonnello Mauro Cid, ex aiutante di campo di Jair Bolsonaro (PL), ha rilasciato questo giovedì pomeriggio (21) una nuova dichiarazione al ministro del Tribunale supremo federale (STF) Alexandre de Moraes, in cui ha sottolineato che il l’ex comandante delle forze armate ed ex candidato alla vicepresidenza, il generale Walter Braga Netto, ha partecipato alla presunta pianificazione di un colpo di stato. Le informazioni provengono da fonti della polizia federale a conoscenza della testimonianza.
Braga Netto era una delle persone incriminate questo giovedì dalla Polizia Federale, accusata dei crimini di abolizione violenta dello Stato di Diritto Democratico, colpo di stato e organizzazione criminale. L’ex ministro non si è ancora pronunciato dopo la sua incriminazione. Martedì, giorno dell’operazione Contragolpe, la sua difesa ha affermato che Moraes ha concesso l’accesso alla rappresentanza e che parlerà solo dopo aver letto il documento. Gli interlocutori dell’ex ministro hanno affermato che egli nega qualsiasi collegamento o dialogo con il presunto piano golpista.
Cid è arrivato alla STF intorno alle 13:30 di questo giovedì ed è stato portato sul luogo delle deposizioni, dove Moraes lo ha interrogato in videoconferenza per circa tre ore. La difesa di Mauro Cid aveva già affermato, prima dell’interrogatorio, che l’ex consigliere di Bolsonaro era disposto a dire “tutto quello che sapeva” sul presunto piano di coordinamento del colpo di stato e che ciò includeva informazioni non precedentemente confermate alle autorità, tra cui quelle di sottolineare Braga Netto come uno degli organizzatori.
Martedì (19), il Cid ha rilasciato una dichiarazione anche alla Polizia Federale (PF) di Brasilia (DF). È stato chiamato a fornire nuovi chiarimenti, sia al PF che a Moraes, dopo che il PF ha individuato sui suoi dispositivi elettronici conversazioni e informazioni che farebbero pensare alla pianificazione di un presunto colpo di stato alla fine del 2022, dopo l’elezione di Luiz Inácio Lula da Silva (PT).
Secondo il PF, le informazioni recuperate dai dispositivi del Cid e incrociate con i dispositivi sequestrati ad altri investigatori, indicherebbero l’esistenza di un piano per rapire e addirittura uccidere Lula, il vicepresidente Geraldo Alckmin (PSB) e il ministro Alexandre de Moraes, allora presidente della Corte Elettorale Superiore (TSE).
Martedì, la difesa di Cid ha negato il suo legame con gli eventi e ha affermato che non era a conoscenza della pianificazione di azioni violente.
Sempre giovedì pomeriggio, il PF ha concluso il rapporto d’inchiesta sui fatti dell’8 gennaio con una richiesta di rinvio a giudizio dell’ex presidente Jair Bolsonaro e di altre 36 persone, tra cui i cinque arrestati nell’operazione Controcoup martedì scorso, lo stesso Mauro Cid e Braga Netto.