Un gruppo WhatsApp chiamato “Canal de Bins VIP” ha denunciato una truffa estorsione coinvolgendo false squillo a Rio de Janeiro.
I messaggi descrivono dettagliatamente la procedura soffioche prevede la creazione di falsi profili sui social network, la raccolta di dati personali delle vittime e minacce da parte di presunti miliziani.
Due sospetti sono stati arrestati venerdì scorso (13), in Rio de Janeiroper il coinvolgimento in un programma di estorsione che usavano false squillo per attirare vittime. Scopri di più sulla “truffa delle false squillo”, che ha causato più di 30 vittime a Rio de Janeiro.
Diversi rapporti di polizia con caratteristiche simili sono stati registrati nelle stazioni di polizia di Rio de Janeiro. IL CNN ha confermato che il piano era guidato da Rayene Carla Reis Lima, ma includeva anche sua cugina, Sarah Santos Borges, e forse Ryan Carlos Reis Lima. Sarah e Ryan sono stati arrestati venerdì scorso, mentre Rayene è ancora latitante.
“Manuale sull’estorsione”
La Polizia Civile di Rio de Janeiro ha scoperto un “manuale” per commettere questo tipo di reati, utilizzato da un gruppo criminale per realizzare truffe con finte squillo.
Il documento descrive dettagliatamente il sistema in cinque fasi, dalla creazione di profili falsi all’estorsione delle vittime. La scoperta è stata fatta dagli agenti del 17° DP (São Cristóvão) durante le indagini sul gruppo. Controlla passo dopo passo:
- 1a creazione di profili falsi: Il manuale istruisce i truffatori a creare falsi profili di escort su varie piattaforme online, indirizzando gli interessati su WhatsApp.
- 2° Programmazione di riunioni fittizie: I criminali, fingendosi accompagnatori, organizzano incontri con le vittime, senza l’intenzione di presenziarvi. Questo passaggio serve a conquistare la fiducia delle vittime e a ottenere informazioni.
- 3a Raccolta Dati e Creazione Profilo Anonimo: Il manuale istruisce i truffatori a raccogliere i dati delle vittime e a creare un profilo su WhatsApp utilizzando un chip usa e getta (“chip arancione”) e senza una connessione Wi-Fi, rendendo difficile il tracciamento.
- 4° Estorsione e minacce: Fingendosi membri di fazioni criminali, i truffatori pretendono il pagamento di una “commissione” di 100 R$, sostenendo che la vittima si è persa un incontro con una scorta. Usano i dati raccolti per minacciare le vittime e le loro famiglie.
- 5° Cessione del Chip e prosecuzione dello Schema: Dopo l’estorsione, il chip usa e getta viene scartato per rendere più difficili le indagini, e il ciclo ricomincia con nuove vittime.
Tattiche di estorsione
Lo schema consisteva in due fasi. Inizialmente, una donna, membro del gruppo, si è atteggiata a squillo e ha avviato conversazioni online con le vittime, richiedendo foto intime.
Successivamente, un altro membro della banda si sarebbe messo in contatto, fingendosi un membro della milizia, e avrebbe chiesto soldi per il presunto programma, minacciando di rilasciare le foto se la vittima non avesse pagato.
Secondo la polizia, Rayane ha utilizzato un’applicazione per raccogliere dati dalle vittime, ha inviato messaggi minacciosi e ha finto di essere un membro della milizia. I criminali hanno utilizzato le foto degli agenti di polizia, ottenute tramite un’applicazione, per intimidirli.
Nei messaggi sono stati utilizzati diversi metodi intimidatori. I sospettati hanno inviato messaggi vicino a dove vivevano le vittime, promettendo, in alcuni casi, di “opprimere” donne e bambini.
Ti faccio sapere solo una cosa. Verrò a casa tua io e altri quattro miliziani e risolverò la cosa a modo mio. Non mi dispiace. Inviamo messaggi perché non vogliamo opprimere il figlio o la moglie di nessuno”.
ha scritto il truffatore
La delegata Márcia Beck, responsabile delle indagini, ritiene che il numero delle vittime della truffa sia superiore a quello ufficialmente registrato, a causa della possibile sottodichiarazione causata dalla natura imbarazzante del crimine.