La mancanza di una rappresentanza spagnola alla cerimonia di riapertura della cattedrale di Notre Dame a Parigi, diventata sabato scorso un vertice mondiale, continua a suscitare scalpore ed è diventata fonte di tensione tra le istituzioni. La portavoce del governo, Pilar Alegría, ha voluto minimizzare una “polemica artificiale” interpellata nella conferenza stampa del Consiglio dei ministri; ma, in privato, fonti straniere rivelano il loro disagio per il fatto che il Ministro José Manuel Albares non è stato informato che sia i Re che il Ministro della Cultura, Ernest Urtasun, di Sumar, hanno ricevuto inviti da Elíseo, che hanno rifiutato. “Non ci è stato comunicato”, dicono.
Le stesse fonti sottolineano la gravità del fatto che la Casa Reale non abbia comunicato alla Farnesina non solo di aver ricevuto l’invito ma che i Re non avrebbero partecipato all’evento di Parigi. “Non è la prima volta che accade e comincia a diventare comune”, aggiungono. Il rimprovero è anche un velato riferimento al viaggio che Felipe VI ha compiuto lo scorso giugno attraverso le tre repubbliche baltiche, in cui ha avuto incontri di contenuto politico con presidenti e primi ministri senza che alcun membro del governo lo accompagnasse. La controversia sul formato di quella visita ha costretto il ministro della Difesa, Margarita Robles, a partecipare all’ultimo momento alla fase finale della visita. Albares si reca oggi con il Re a Roma, per una visita di Stato che durerà fino a giovedì. Sarà, secondo queste fonti, l’occasione per discutere della questione.
Nel caso del ministro della Cultura, che ha giustificato la sua assenza per un impegno familiare ineludibile, fonti straniere hanno espresso la loro sorpresa dopo aver letto sulla stampa che il dipartimento di Urtasun si è scrollato di dosso ogni responsabilità e ha attribuito ad Albares il coordinamento del agenda internazionale e politica estera. “La presenza internazionale della Spagna non dipende dalla Cultura”, sostengono fonti del ministero Urtasun, che sottolineano anche che “tutti sanno chi dirige la politica estera”. La risposta di Foreign Affairs, che ha già chiarito l’equivoco con Urtasun, è ferma: “La politica estera non può essere coordinata se non siamo informati”.
La cerimonia di riapertura della cattedrale di Parigi dopo l’incendio che la distrusse cinque anni fa è stata più che un grande evento culturale ed è diventata una sorta di vertice a cui hanno partecipato circa 40 capi di Stato, tra cui il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, e l’ucraino Volodymyr Zelenskyj. Tra i presenti non c’era però un solo rappresentante spagnolo, un’assenza che ha subito suscitato interrogativi e critiche sui social network. Il PP ha accusato il governo il giorno successivo. “L’assenza della Spagna nella riapertura della cattedrale di Notre Dame è una vergogna per il nostro Paese. Ancora una volta il governo non è all’altezza del compito della società che deve servire”, ha pubblicato il leader dei partiti popolari, Alberto Núñez Feijóo, sul social network X.
La Zarzuela non ha fornito alcuna spiegazione dell’assenza dei Re a Parigi e, fino a martedì, il Governo non aveva chiarito il motivo per cui non era presente nessun rappresentante spagnolo. Nella conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri, Pilar Alegría ha voluto “rimuovere” una “polemica certamente artificiale” e ha poi spiegato che gli inviti a questi eventi sono nominali e non trasferibili. Il portavoce ha chiarito che il presidente francese Emmanuel Macron ha invitato Felipe VI e che il ministro francese della Cultura Rachida Dati ha fatto lo stesso con il suo omologo Urtasun. “La mancata partecipazione è comprensibile”, ha difeso. “A causa di questioni all’ordine del giorno, resta inteso”, ha osservato il portavoce. Nel frattempo, al Congresso, il portavoce del gruppo parlamentare socialista, Patxi López, ha indirettamente indicato La Zarzuela. “Mi è dispiaciuto che non ci fosse nessuno, ma quello che c’era era un invito ai capi di Stato, cioè alla Casa Reale in questo caso”, ha detto.