La magistratura e la procura sono emerse vittoriose dal pacchetto fiscale disidratato del governo. A disagio con la proposta che mirava a limitare i cosiddetti “superstipendi”, i rappresentanti della Giustizia hanno agito in gruppo e hanno fatto prevalere la loro volontà. Di conseguenza, gli aiuti pagati al di sopra del tetto salariale del pubblico impiego – e senza imposta sul reddito – continuano ad essere validi.
La vittoria è arrivata nelle mosse più sottili. Il testo originario della proposta di modifica della Costituzione (PEC) 45/2024, inviata dal Governo, stabiliva che solo le rate potessero superare il tetto del pubblico impiego. “espressamente previsto dal diritto complementare”.
La versione approvata dal Congresso e ora inclusa nella Magna Carta, l’emendamento costituzionale 135, consente il pagamento di indennizzi fuori limite “espressamente previsto dalla legge ordinaria”.
Qual è la differenza? La legge complementare richiede un quorum più elevato, che ne rende più difficile l’approvazione o la modifica, e prevale sulle leggi ordinarie. Ciò significa che prevale anche sulle risoluzioni del Consiglio Nazionale della Giustizia (CNJ) e del Consiglio Nazionale del Pubblico Ministero (CNMP) – decisioni amministrative, non approvate dal Congresso, ma che hanno forza di legge secondo la peculiare interpretazione di la Magistratura.
Se la versione originale del PEC 45 avesse avuto successo, gli aiuti creati o approvati dalle risoluzioni CNJ e CNMP non avrebbero potuto essere erogati al di fuori del massimale. Con EC 135 rimangono al di fuori di questo limite. Chi ha cambiato la formulazione è stato il relatore della PEC alla Camera, Moses Rodrigues (União-CE), con l’approvazione della stragrande maggioranza dei deputati e senatori*.
Di quali aiuti si tratta? L’economista Bruno Carazza, professore alla Fundação Dom Cabral e autore del libro Il Paese dei privilegine elenca alcuni in un sondaggio pubblicato questo mese: “l’indennità di alloggio, l’indennità di vitto, l’indennità sanitaria, i fondi di rappresentanza, i premi per incarichi o processi accumulati, oltre ad altri pagamenti più prosaici, come il compenso per l’uso di un telefono cellulare personale, stipendio per la formazione e anche pagamenti per pagare l’istruzione privata dei figli e delle persone a carico”. Poiché sono dichiarati “compensazione”, tali fondi sono esenti dall’imposta sul reddito.
Chi riceve questi pagamenti? Secondo lo studio, nel 2023 avevano diritto a benefici extragiudiziali il 93% dei magistrati e il 91,5% dei pubblici ministeri e dei pubblici ministeri.
Ci sono anche “impiccagioni” nei rami legislativo ed esecutivo, ma la portata è più ridotta. Alla Camera dei Deputati, ad esempio, l’anno scorso lo 0,7% dei dipendenti pubblici ha ricevuto fondi superiori al massimale. Nell’Executive ne ha beneficiato lo 0,14% dei dipendenti.
Il tetto massimo dei dipendenti pubblici ha scarso effetto sulle carriere nella magistratura e nei parlamentari
Il tetto del servizio civile, corrispondente allo stipendio di un ministro della Corte Suprema Federale (STF), è di 44mila R$ (circa 31 salari minimi) e salirà a 46,3mila R$ a febbraio. Il limite, tuttavia, è praticamente innocuo per alcune carriere.
Secondo una ricerca di Bruno Carazza, commissionata dal movimento apartitico People à Frente, i magistrati brasiliani hanno ricevuto sussidi per 9,76 miliardi di R$ nel 2023. Gli altri pagamenti (diritti personali, pagamenti occasionali e compensi) ammontano a 8,44 miliardi di R$, ma solo 250 R$ milioni sono stati detratti come sconto massimo. Dopo le detrazioni legali (imposta sul reddito e previdenza sociale), l’utile netto è stato di 13,36 miliardi di R$.
Nel caso del parlamentare, ci sono stati 2,2 miliardi di R$ in sussidi e 1,5 miliardi di R$ in altri pagamenti, con uno sconto di 60 milioni di R$ sulla riduzione del tetto. Escludendo le detrazioni legali, 2,77 miliardi di R $ sono stati lasciati ad avvocati e pubblici ministeri.
Una vecchia tesi di alcuni appartenenti a queste categorie, non sempre ammessa in pubblico, è che i cosiddetti benefici compensativi servano a compensare il mancato riadeguamento dei sussidi o la fine del quinquennio. Nel presunto scambio, lo stipendio (tassato dall’IR) ha lasciato il posto ad un aiuto (esentasse).
Secondo i calcoli di Bruno Carazza, i fondi extracosti costano alle casse pubbliche almeno 11 miliardi di reais all’anno. Il valore tende ad essere più alto: la mancanza di dati aperti e trasparenti ha reso difficile l’indagine, che non ha considerato Stati, Comuni e Corti dei Conti.
Un altro rapporto, pubblicato all’inizio dell’anno dal Tesoro, ha rivelato che la giustizia brasiliana è forse la più cara del pianeta. Il suo costo, rispetto alle dimensioni dell’economia del paese, è quattro volte la media mondiale.
Se ci sono stati dei vincitori nell’approvazione del pacchetto fiscale, qualcuno ha perso.
*Nella lista di voto della Camera il sostituto della PEC 45/2024 figura con il numero 31/2007, al quale era allegato. Al Senato il numero è 54/2024.