Maceió Serial Killer: l’uomo uccide almeno 10 persone ad Alagoas
Dopo un’indagine approfondita della Polizia Civile di Alagoas e perizie effettuate dall’Istituto di Criminalistica, Albino Santos de Lima, di 47 anni, è stato identificato come il responsabile di una serie di omicidi a Maceió.
com 10 le vittime accertate: sette donne e tre uomini – ora è considerato il il più grande serial killer della storia dello Stato. Nella testimonianza della scorsa settimana, il criminale, che ha già confessato gli omicidi, ha rivelato che aveva intenzione di commettere altri crimini.
Il caso ha acquisito notorietà dopo l’omicidio di Ana Beatriz, un’adolescente di 13 anni, che è stata inseguita e uccisa a colpi di arma da fuoco mentre lasciava un palazzetto dello sport nel settembre di quest’anno. È stata salvata, ma è morta all’Ospedale Generale dello Stato. Secondo le indagini, questo delitto è stato il punto chiave che ha portato la Polizia Civile a scoprire che gli omicidi avevano uno schema simile e erano tutti concentrati in un’area di circa 800 metri attorno alla residenza di Albino Santos.
Le immagini delle telecamere di sicurezza hanno aiutato a identificare il sospettato, arrestato dopo un mandato di cattura emesso dal Tribunale. Nel corso dell’operazione le autorità hanno sequestrato una pistola calibro .380 e un cellulare, pezzi fondamentali per l’avanzamento delle indagini.
Il capo della polizia Gilson Rego ha spiegato che, con l’arresto di Albino Santos, le squadre della Stazione di Polizia di Omicidi e Protezione Personale (DHPP) sono riuscite a collegare il criminale ad altri omicidi avvenuti nella stessa regione, tutti con caratteristiche simili, come l’omicidio calibro delle munizioni utilizzate. Il modello di comportamento dell’assassino è diventato chiaro: ha sempre agito entro un perimetro ristretto attorno alla sua casa.
«Come mostrano le immagini, si comportava sempre allo stesso modo: prevalentemente di notte, indossando abiti scuri e un berretto per nascondere il volto. È un predatore, un serial killer, estremamente freddo e calcolatore”, ha detto il delegato.
Prova
Le indagini sono andate avanti con l’ausilio degli esami balistici effettuati dalla perito criminale Suely Mauricio, che ha identificato l’arma sequestrata come la stessa utilizzata negli omicidi. Per ricomporre il puzzle, attraverso l’analisi dettagliata dei proiettili rinvenuti sulle scene del crimine e l’esame delle casse di munizioni, la Polizia Scientifica ha incrociato le informazioni e ha confermato che la pistola è stata responsabile di tutti gli omicidi.
“È stato un lavoro di squadra, dalla raccolta dei proiettili e delle custodie sulle scene del crimine indagate, alla rimozione dei proiettili dai corpi delle vittime, presso l’IML, e al sequestro dell’arma per produrre i campioni, che hanno consentito i microesami da effettuare un confronto balistico, consentendo di individuare, caso per caso, che l’arma sequestrata era la stessa utilizzata per i delitti”, ha spiegato Suely Mauricio.
Il cellulare di Albino, inoltre, ha rivelato un aspetto inquietante: sul dispositivo sono stati trovati file e foto che dettagliavano la “caccia ai trofei” dell’assassino, cioè una macabra cronaca delle sue vittime. In cartelle con nomi come “Hated Instagram” e “Special Deaths”, conservava le foto delle vittime. Ha scattato foto anche nei cimiteri, accanto alle lapidi di alcune delle sue vittime.
Profilo criminale
Secondo la Polizia Civile di Alagoas, in una testimonianza, Albino ha confessato di essere responsabile di otto omicidi, sostenendo che le sue vittime erano coinvolte in fazioni criminali, ma le indagini della Polizia Civile non confermano questa versione. Secondo il delegato Gilson Rego, le vittime non avevano alcun legame con organizzazioni criminali. L’analisi ha rivelato che l’assassino sceglieva le sue vittime in base a specifiche caratteristiche fisiche, come giovani donne nere, solitamente con i capelli ricci, e persino una donna trans che corrispondeva a questo profilo.
La delegata Tacyane Ribeiro, coordinatrice della Stazione di Polizia di Omicidi e Protezione Personale (DHPP), ha suggerito che Albino avesse un’ossessione per questo tipo di giovani e che probabilmente agisse per motivi personali, forse legati a qualche tipo di rifiuto che aveva subito. Il delegato ha anche messo in guardia dal rischio di esposizione sui social media, poiché il criminale ha utilizzato queste piattaforme per rintracciare le sue vittime.
Vite salvate
Il caso non solo ha portato alla cattura di un serial killer, ma ha anche contribuito a prevenire ulteriori vittime. L’esame del cellulare ha rivelato immagini di possibili obiettivi futuri. Il capo dell’Istituto Criminalistico, Charles Mariano, ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra le forze di sicurezza, come la Stazione di Polizia della Omicidi e l’Istituto Criminalistico, per risolvere uno dei casi più gravi della storia recente di Maceió.
Le indagini continuano, con la possibilità che Albino sia coinvolto in altri omicidi avvenuti a Maceió tra il 2019 e il 2020. L’arma utilizzata sarà registrata presso la Banca Nazionale dei Profili Balistici, uno strumento del Ministero della Giustizia che facilita il collegamento dei crimini in diversi stati.
Arresto del serial killer
Albino Santos resta in carcere ed è già stato incriminato in tre indagini di polizia per omicidio qualificato. La Polizia Civile di Alagoas continua a indagare sulla portata dei suoi crimini e lavora per identificare possibili nuove vittime.
UN CNN cerca di contattare la difesa di Albino Santos.