L’Unione Europea deve iniziare a finanziare più misure per combattere l’immigrazione clandestina nel prossimo futuro. Lo ha dichiarato il primo ministro Robert Fico al vertice della Comunità politica europea (CPE) tenutosi giovedì a Budapest. La TASR ne dà notizia in base alla dichiarazione del primo ministro slovacco sul social network Facebook.
“Se si devono trovare fondi per una guerra insensata in Ucraina in cui vengono uccisi degli slovacchi, una guerra che non ha soluzione perché non c’è una soluzione militare, allora dobbiamo avere il coraggio di dire che ci sono altri problemi più gravi a cui l’UE deve rispondere”, ha detto Fico.
Il primo ministro ha detto che attualmente ci sono quattro milioni di migranti illegali in Europa, il che ha causato scosse politiche e la reintroduzione dei controlli alle frontiere. Fico ha suggerito che nella stesura del nuovo bilancio dell’UE per il periodo dal 2027, l’Unione deve “chiarire che la migrazione illegale è una delle maggiori minacce al funzionamento dell’UE”.
Elogia Serbia e Ungheria
Nella sua dichiarazione, Fico ha elogiato il ruolo della Serbia e dell’Ungheria nella soluzione della crisi migratoria. Ha detto che la cooperazione con la Serbia è particolarmente importante per proteggere il confine di Schengen. Ha inoltre sottolineato l’accordo tra Albania e Italia sul trattamento delle domande di asilo dei migranti che entrano nell’UE.
Secondo il primo ministro, la discussione al vertice è stata finora dominata dall’elezione del presidente degli Stati Uniti. “Diversi leader nazionali hanno espresso una sorta di timore per ciò che accadrà se la nuova amministrazione statunitense ridurrà il proprio sostegno all’Ucraina o lo interromperà del tutto. Alcuni funzionari affermano che in tal caso l’UE dovrebbe assumersi la completa responsabilità finanziaria per l’Ucraina”, ha dichiarato Fico, aggiungendo che il governo slovacco non sarebbe d’accordo.
Il vertice di Budapest ha riunito 42 capi di Stato e di governo, tra cui il primo ministro slovacco Robert Fico, nonché i leader dell’UE, della NATO e dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE). Oltre ai leader dei 27 Stati membri dell’UE, sono stati invitati anche i principali leader degli Stati del Caucaso o dei Balcani occidentali, nonché i leader di Gran Bretagna, Ucraina e Turchia.