Lula sanziona LDO con blocco emendamenti e fondo partito – 31/12/2024 – Power
Il presidente Lula (P.T) ha sancito questo martedì (31) il LDO (Legge Orientamenti di Bilancio) per il 2025 con diversi veti, tra cui il blocco degli emendamenti parlamentari e la crescita del fondo del partito.
Il testo è stato approvato nel Congresso Nazionale il 18, dopo cinque mesi di ritardo. Il Bilancio del prossimo anno non è stato approvato e sarà analizzato dai parlamentari quando riprenderanno i lavori legislativi a febbraio.
L’LDO è stato pubblicato sulla “Gazzetta Ufficiale” dell’Unione l’ultimo giorno dell’anno e sarà votato anche l’anno prossimo da deputati e senatori, che potranno scavalcare i veti presidenziali.
La legge sancita da Lula ha posto il veto su un dispositivo che prevedeva un nuovo calcolo del fondo del partito. A giustificazione, il governo ha affermato che la proposta “non è coerente con il regime fiscale sostenibile”, perché aumenta il fondo e comprime il valore delle altre spese per la giustizia elettorale.
Sia il Ministero delle Finanze che quello della Pianificazione hanno proposto questo veto, che Lula ha accettato.
In almeno altri cinque passaggi, il presidente ha eliminato le disposizioni che impedivano di bloccare gli emendamenti o conferiva alla legislatura la prerogativa di scegliere l’ordine in cui distribuire gli emendamenti.
Le decisioni del ministro Flávio Dino, della STF, che cercano di aumentare la trasparenza e la tracciabilità di questi trasferimenti, vengono utilizzate come giustificazione da parte dell’Esecutivo per alcuni veti.
Il pagamento di queste risorse è stato motivo di controversia tra i poteri e bersaglio di questioni giuridiche.
I parlamentari utilizzano gli emendamenti parlamentari per portare risorse ai loro comuni. Ma l’Esecutivo lamenta che il volume di questi trasferimenti è aumentato in modo esponenziale, limitando la capacità di investimento dello Stato nelle politiche pubbliche che ritiene più rilevanti.
Il disegno di legge approvato dai parlamentari proponeva l’esecuzione obbligatoria degli emendamenti individuali e collegiali entro i limiti costituzionali. Il governo si avvale della decisione di Dino secondo cui le regole di programmazione discrezionale dell’Esecutivo valgono anche per gli emendamenti, e il modo in cui è stato scritto il testo della legge impedisce di ostacolare il rispetto delle regole fiscali.
In un altro articolo i parlamentari si occupavano di bloccare solo gli emendamenti non vincolanti, non di autorizzare quelli vincolanti (individuali e di collegio). Fanno parte di questi trasferimenti i cosiddetti “emendamenti Pix”, cessioni straordinarie.
Anche Lula ha posto il veto a questa disposizione, citando la determinazione di Flávio Dino. Si parla, inoltre, di un trattamento speciale per questo tipo di risorse, rispetto alle altre spese del Dirigente.
“Sigillando il blocco degli emendamenti RP 6 e RP 7 [individuais e de bancada]il dispositivo, oltre a creare difficoltà nel rispetto della regola fiscale, stabilirebbe un trattamento differenziato tra tali emendamenti parlamentari e altre spese discrezionali dell’esecutivo federale, in modo incompatibile con i principi di efficienza, efficacia, impersonalità e supremazia degli interessi che orientano la pubblica amministrazione”, si legge nella motivazione del veto.
C’è anche un articolo nel disegno di legge che determina l’esecuzione degli emendamenti nell’ordine di priorità stabilito dagli autori. Il governo ha posto il veto alla techo, sostenendo che essa “riduce notevolmente la discrezionalità del potere esecutivo nella gestione del bilancio, il che violerebbe così la separazione dei poteri”.