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Lula sanziona il bilancio con restrizioni sugli emendamenti e sul fondo dei partiti



Martedì (31) è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione (DOU) la Legge sugli orientamenti di bilancio (LDO) che definisce il bilancio per il 2025. La legge è stata sancita dal presidente Luiz Inácio Lula da Silva (PT) con una serie di veti e ostacoli, compresi gli emendamenti parlamentari, che sono al centro di scontri politici e giudiziari, e il proposto aumento del Fondo speciale di assistenza finanziaria per i partiti politici, il cosiddetto fondo partigiano.

C’erano quasi 900 pagine del DOU con la legge 15.080 e i suoi allegati che forniscono linee guida per la preparazione e l’esecuzione della legge di bilancio del prossimo anno. Gli obiettivi di risultato primario prevedono un deficit pari a zero per il 2025, un avanzo primario pari allo 0,25% del prodotto interno lordo per il 2026, allo 0,50% del PIL nel 2027 e all’1% del PIL nel 2028.

La LDO è stata sanzionata dopo un lungo ed esauriente processo al Congresso Nazionale. È stato approvato con circa cinque mesi di ritardo ed è uscito dalla legislatura solo il 18 dicembre.

Nonostante le restrizioni imposte da Lula al bilancio, esso non è stato ancora approvato e sarà analizzato da deputati e senatori quando torneranno ai lavori legislativi nel febbraio 2025. I parlamentari potranno annullare i veti presidenziali.

Tra questi c’è la proposta del Ministero delle Finanze e del Ministero della Pianificazione riguardo al dispositivo che prevede un nuovo calcolo per il fondo del partito. Il governo ha affermato che la proposta “non è coerente con il regime fiscale sostenibile” dato l’aumento del fondo del partito, che limiterebbe altre spese per la giustizia elettorale.

Il testo prevede l’esclusione delle disposizioni che impedivano il blocco degli emendamenti o concedevano al legislatore la prerogativa di determinare l’ordine di distribuzione dei fondi. Tra gli argomenti presentati spicca l’aumento della trasparenza e della tracciabilità delle assegnazioni, questione che è al centro delle polemiche sullo svincolo di questi fondi nelle ultime settimane.

Uno degli articoli consentiva il blocco dei soli emendamenti non imponenti, mantenendo l’esecuzione obbligatoria degli emendamenti imponenti, come gli emendamenti individuali e di collegio, noti come emendamenti Pix, che corrispondono a trasferimenti speciali. Anche su questo punto Lula ha posto il veto, seguendo le indicazioni del ministro del Tribunale Supremo Federale (STF), Flávio Dino.

Il veto ha evidenziato che questo trattamento speciale riservato agli emendamenti parlamentari, rispetto ad altre spese discrezionali dell’Esecutivo, sarebbe incompatibile con principi quali efficienza, efficacia, impersonalità e supremazia dell’interesse pubblico. Un altro articolo del progetto prevedeva che gli emendamenti venissero apportati seguendo l’ordine di priorità stabilito dai parlamentari.

Il governo ha anche posto il veto a questa decisione, sostenendo che avrebbe limitato eccessivamente la discrezionalità dell’Esecutivo nella gestione del bilancio, compromettendo la separazione dei poteri.



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Luca

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