L’oro sale questa settimana spinto dalla ricerca di sicurezza
L’oro ha chiuso in ribasso questo venerdì (3), ma chiude la settimana ai massimi, con l’inizio dell’anno favorevole alla ricerca di sicurezza in vista di tensioni per tutto il 2025.
Oltre alla geopolitica, i dazi promessi dal presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, sono visti come un rischio dopo il suo insediamento il 20 gennaio.
L’impatto delle misure sull’inflazione è uno dei temi principali che la Federal Reserve (Fed) dovrebbe considerare durante tutto l’anno per la sua politica, che dovrebbe avere un impatto anche sui prezzi dell’oro.
L’oro di febbraio ha chiuso in ribasso dello 0,54%, a 2.654,70 dollari l’oncia troy, sul Comex, la divisione metalli del New York Mercantile Exchange (Nymex). Durante la settimana il metallo è cresciuto dello 0,87%.
Sebbene i guadagni siano piuttosto deboli, si registra un aumento simultaneo dell’oro e del dollaro poiché il calo delle azioni è caratteristico dei periodi di ricerca di beni rifugio, scrive Alex Kuptsikevich di FxPro.
Le prospettive per l’oro e il dollaro dipendono ora dalla situazione macroeconomica, in particolare dalla minaccia di guerre commerciali, afferma Kuptsikevich. Trump ha minacciato di imporre una serie di tariffe sulle merci dopo essere entrato in carica a metà gennaio.
Si prevede che gli speculatori globali intensificheranno i loro acquisti di oro, prevedendo che la Cina e altri mercati emergenti preferiscano l’oro rispetto alle obbligazioni denominate in dollari, aggiunge Kuptsikevich.
Il mercato sta scontando una probabilità maggioritaria di mantenere i tassi di interesse alla riunione della Fed di questo mese, la prima del 2025. Ci sono dubbi, tuttavia, sulla possibilità che i tassi scendano durante tutto l’anno, con gli investitori divisi tra uno, due e persino tre tagli dei tassi di 0,25 punti percentuali ciascuno, date le incertezze sulle politiche future che saranno adottate da Trump.
“Siamo certamente d’accordo con un risultato invariato alla fine di questo mese, ma prevediamo ancora un taglio di 25 punti base a marzo”, afferma ING in un rapporto.
Datafolha: La maggior parte della popolazione ritiene che l’inflazione peggiorerà nel 2025