L’agenzia sanitaria delle Nazioni Unite ha accolto con favore l’accordo di cessate il fuoco e di rilascio degli ostaggi, ma ha avvertito che le “sfide sanitarie future di Gaza sono immense” poiché i residenti dell’enclave devastata dalla guerra devono affrontare crescenti malattie e malnutrizione.
La campagna militare di Israele a Gaza, durata 15 mesi, ha polverizzato i quartieri, esaurito le scorte di cibo, acqua e carburante e decimato le infrastrutture sanitarie, e i gruppi umanitari si stanno ora affrettando per intensificare la loro risposta alla catastrofe umanitaria.
“Solo la metà dei 36 ospedali di Gaza rimangono parzialmente operativi, quasi tutti gli ospedali sono danneggiati o parzialmente distrutti e solo il 38% dei centri sanitari di base funziona”, ha affermato domenica l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) (19).
L’OMS ha avvertito che il numero di palestinesi uccisi e feriti è probabilmente molto più alto del conteggio ufficiale del Ministero della Sanità e ha affermato che circa 30.000 persone hanno subito lesioni che necessitano di una riabilitazione continua, in gran parte non disponibile a Gaza.
“La trasmissione di malattie infettive è aumentata enormemente, la malnutrizione è in aumento e persiste il rischio della fame. Il crollo dell’ordine pubblico, esacerbato dalle bande armate, solleva ulteriori preoccupazioni”, ha affermato l’OMS.
In risposta alle sfide delineate nella dichiarazione, l’OMS ha dichiarato che lavorerà con i suoi partner per attuare un piano di 60 giorni per ripristinare ed espandere il sistema sanitario nella Striscia.
“Dato l’alto livello di malnutrizione e di epidemie, l’Oms sta lavorando con i partner per espandere i programmi di alimentazione di neonati e bambini piccoli, migliorare gli sforzi di immunizzazione e rafforzare i sistemi di sorveglianza delle malattie per la prevenzione, la segnalazione e la gestione delle epidemie in modo tempestivo”, ha affermato l’agenzia.
“L’OMS invita tutte le parti a mantenere il proprio impegno per attuare pienamente l’accordo di cessate il fuoco e a continuare a lavorare per una soluzione politica per affrontare la crisi prolungata nei territori palestinesi occupati, che è essenziale per una pace duratura”.