La First Lady Janja da Silva ha dichiarato, questo mercoledì mattina (8), che “odio” e “autoritarismo” hanno preso il sopravvento a Brasilia appena una settimana dopo l’insediamento del presidente Luiz Inácio Lula da Silva (PT), nel 2023. Il discorso ha avuto luogo nella apertura della cerimonia in ricordo dei due anni dagli atti dell’8 gennaio, che videro anche la consegna delle opere d’arte vandalizzate durante l’invasione e la depredazione del Palácio do Planalto.
Toccò a Janja aprire la cerimonia, dicendo che, in quel momento, “l’amore” aveva vinto sull’”odio”, motto utilizzato nella campagna elettorale di Lula.
“Il 1° gennaio 2023 vivevamo un momento storico di speranza e di tempi nuovi. Eravamo emozionati perché l’amore aveva vinto l’odio. Una settimana dopo, l’odio occupava quello spazio cercando di soffocare la speranza. Ma non potevano, e oggi siamo qui”, ha detto Janja all’inizio dell’atto.
Il discorso di Janja si è svolto in una sala riservata del Palácio do Planalto alla presenza del presidente, vice Geraldo Alckmin, tra le altre autorità, invece che nell’atrio del Palácio do Planalto, dove è stata allestita una struttura per ricevere circa 400 persone.
Janja ha anche affermato che questo momento di ricordo degli atti dell’1/8 non è qualcosa di cui “rimpiangersi” e “tanto meno dimenticare”.
“La volontà del popolo brasiliano di lottare per le libertà democratiche, insieme all’unione delle nostre istituzioni, ha impedito il perpetrare un colpo di stato due anni fa”, ha affermato, aggiungendo che il Paese “non accetta più l’autoritarismo”.
Ha anche sottolineato che il Palácio do Planalto, il luogo in cui viene inviato il presidente, è “vittima dell’odio che stimola e continua a incoraggiare atti antidemocratici, che continua a incoraggiare discorsi fascisti e autoritari”.
“A tal fine, la nostra risposta è l’unità, la solidarietà e l’amore”, ha sottolineato.
Janja ha continuato lodando la consegna delle opere d’arte vandalizzate e ringraziando i responsabili, facendo un’allusione tra cultura e democrazia e menzionando il premio all’attrice Fernanda Torres con il Globo d’Oro, lo scorso fine settimana.
Tra le opere consegnate figurano l’orologio a pendolo del XVII secolo, realizzato dall’orologiaio francese Balthazar Martinot e portato in Brasile da Dom João VI, e un’anfora portoghese in ceramica smaltata.
L’orologio è un pezzo raro in guscio di tartaruga e bronzo, proveniente da una manifattura estinta, che dovette essere inviato in Svizzera per essere riparato. Questo divenne uno degli atti più emblematici, poiché fu gettato a terra durante l’invasione del Palácio do Planalto.
Questo atto della cerimonia è stato accompagnato, nelle sedie principali, dal vicepresidente del Tribunale Supremo Federale (STF), Luiz Edson Fachin, in rappresentanza del presidente Luís Roberto Barroso; dal senatore veneziano Vital do Rego (MDB-PB), in rappresentanza del presidente della Camera, Rodrigo Pacheco (PSD-MG), e dall’ambasciatore svizzero in Brasile, Pietro Lazzeri. Il presidente della Camera dei Deputati, Arthur Lira (PP-AL), non ha inviato un rappresentante.
Ci sono ancora altri tre atti in programma: la consegna del dipinto “As Mulatas”, di Di Cavalcanti, strappato e forato durante atti vandalici anche a Planalto; i discorsi delle autorità nella Sala Nobile del Planalto e un “abbraccio di Democrazia” in Praça dos Três Poderes, dove Lula e i suoi ospiti scenderanno dalla rampa del Planalto per partecipare all’evento. Sul posto sarà allestita una composizione floreale con la parola “Democrazia”.