L’MPSP archivia 17 delle 22 indagini sulle morti nell’Operazione Shield
Il Pubblico Ministero di San Paolo (MPSP) ha archiviato 17 delle 22 indagini sulle morti causate da agenti di polizia militare nell’Operazione Shield, della Polizia Militare (PM), a Baixada Santista, nel 2023.
I dati sono stati condivisi dal Gruppo di studio sui nuovi illegalismi (Geni), presso l’Universidade Federal Fluminense (UFF).
Secondo il gruppo di ricercatori ci sono ancora due casi aperti. Altri due, che coinvolgono sopravvissuti, attendono l’esito di quanto accaduto e la conferma o l’esclusione del coinvolgimento degli agenti societari.
Il Pubblico Ministero di San Paolo ha dichiarato di aver chiesto la riapertura delle indagini e la revisione delle decisioni di archiviazione.
“Precisiamo che, in questi casi, sono state presentate richieste di revisione al Pubblico Ministero dello Stato di San Paolo, sulla base del Codice di Procedura Penale (CPP), chiedendo analisi e indagini approfondite”, ha scritto in un nota.
“È importante sottolineare che il Difensore della Repubblica e la Procura della Repubblica agiscono in modo indipendente e complementare, con l’obiettivo comune di garantire la giustizia e difendere l’ordine giuridico. L’azione della Difesa Pubblica in relazione all’Operazione Escudo si svolge in collaborazione con la Procura della Repubblica, cercando sempre di chiarire i fatti e di ritenere le persone responsabili di eventuali illegalità”.
Contattata da Agência Brasil, la MPSP finora non ha commentato.
Operazione Scudo
L’operazione Scudo è stata lanciata dal governo dello stato a Baixada Santista, dopo la morte dell’ufficiale di polizia militare Patrick Bastos Reis, di Rondas Ostensivas Tobias Aguiar (Rota), il 27 luglio 2023. All’epoca, il governo aveva sottolineato che l’azione avrebbe servono a contrastare il traffico di droga nella zona.
In totale, l’operazione è culminata nella morte di 28 persone. Secondo Geni, nessuno dei 64 agenti di polizia assegnati all’operazione è rimasto ucciso e solo uno è rimasto ferito.
L’operazione è stata segnata da un gran numero di morti, denunciati come esecuzioni da organizzazioni per i diritti umani e che hanno portato queste stesse organizzazioni a mettere in discussione l’azione. Secondo le autorità le persone uccise avevano legami con il mondo della criminalità.
Ci fu una forte pressione affinché il governo interrompesse Escudo, che continuò e venne chiamata Operazione Estate.
Le violazioni dei diritti sono state denunciate dal Consiglio nazionale per i diritti umani (CNDH), che ha pubblicato un rapporto sull’operazione. Nel documento, l’organo collegiale afferma che persone vicine alle vittime hanno raccontato versioni diverse da quelle presentate dalla Polizia Militare. Una delle vittime, ad esempio, era senza casa e, secondo i residenti, non corrispondeva al profilo di un trafficante di droga, come aveva affermato la polizia.
Un altro rapporto, dell’Ufficio della Difesa Pubblica di San Paolo, ha rivelato che il 90% degli arresti effettuati durante l’operazione non hanno portato al sequestro di armi. Un altro fatto evidenziato è che il 60% delle persone detenute erano di colore marrone.