La Federazione delle Industrie dello Stato di Minas Gerais (Fiemg) ha avviato un movimento per chiedere al presidente Luiz Inácio Lula da Silva (PT) di porre il veto su parte del quadro normativo sull’energia eolica offshore – approvato con una serie di misure che rendono la bolletta più cara.
La richiesta è che Lula ponga il veto sui punti che favoriscono i settori del carbone e del gas naturale. Eventuali veti del presidente verrebbero analizzati ulteriormente dal Congresso, che potrebbe scegliere di mantenerli o annullarli.
Il punto di partenza della PL 576/21, conosciuta come PL sull’eolico offshore, è stato quello di definire le regole per lo sfruttamento dell’energia generata dal vento nell’oceano. Passando per la Camera dei deputati, i parlamentari hanno incorporato nel progetto otto “tartarughe” – emendamenti estranei al contenuto originale. Sei di essi sono rimasti nel testo finale approvato dal Senato.
I calcoli riveduti dal National Energy Consumers Front, basati su uno studio della società di consulenza PSR, stimano che questi aumenti implichino una spesa annua di 21 miliardi di R$ in sussidi entro il 2050, per un totale di circa 545 miliardi di R$. Di conseguenza, la bolletta elettrica dovrebbe aumentare in media del 9%. Le stime precedenti indicavano un aggiustamento leggermente inferiore, pari al 7,5%.
Tra l’altro, il testo approvato da Lula proroga fino al 2050 i contratti degli impianti termoelettrici a carbone che scadono entro il 2028, e prevede la contrattualizzazione degli impianti termoelettrici a gas naturale per un periodo più lungo durante tutto l’anno, e non solo quando c’è rischio di insicurezza elettrica.
“Una centrale termoelettrica a carbone inquina 34 volte di più di una centrale idroelettrica, e una centrale a gas 20 volte di più. Queste scelte influiscono direttamente sulla nostra capacità di raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2, oltre a danneggiare le tasche di ciascun brasiliano”, afferma Flávio Roscoe, presidente di Fiemg.
L’entità sostiene che il progetto compromette il futuro ambientale ed economico del Brasile. Poiché l’energia è un bene essenziale, quando le tariffe aumentano si verifica un impatto sull’industria, sul commercio e sui servizi che, dovendo pagare di più, trasferiscono questi impatti al consumatore finale.
“Oggi l’11% degli impianti termoelettrici nella matrice elettrica fanno sì che la bolletta elettrica sia più cara del 20% e anche i prodotti di prima necessità per la popolazione più cari. Estendere queste fonti inquinanti fino al 2050 è un errore molto grave, poiché aumenterebbe ulteriormente questi costi”, sottolinea Roscoe.