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L’imprenditore Aldama ha continuato a manovrare dopo il suo arresto a febbraio per il “caso Koldo” | Spagna



L’Unità Centrale Operativa (UCO) della Guardia Civile sostiene che l’imprenditore Víctor de Aldama non si è scoraggiato con il suo primo arresto nel febbraio 2024, quando fu arrestato per il suo coinvolgimento nella Il caso Koldo —il complotto di corruzione che si annidava nel Ministero dei Trasporti ai tempi di José Luis Ábalos (PSOE) per ottenere appalti pubblici in cambio di favori—. Secondo un rapporto dell’istituto armato, nonostante già allora si sapesse che il commissario era nel mirino degli inquirenti, Aldama avrebbe intensificato e proseguito i suoi oscuri affari legati ad un’organizzazione criminale specializzata in frodi Iva nel settore dei trasporti e degli idrocarburi riciclaggio di denaro, che ha portato al suo secondo arresto nell’ottobre dello scorso anno.

Secondo la sintesi giudiziaria incentrata su questa frode sugli idrocarburi, dopo che il Tribunale nazionale ha rilasciato Aldama per il Il caso Koldo Nel febbraio 2024, la Guardia Civil ha avviato un’intensa operazione per seguire le orme del commissario. Gli agenti hanno avviato la sorveglianza su di lui, sul suo compagno Claudio Rivas e sul suo entourage; e le loro comunicazioni furono intercettate perché sospettati che entrambi fossero a capo di questo secondo gruppo criminale che operava parallelamente alla rete che si annidava nel Ministero dei Trasporti. L’obiettivo era “determinare la loro attività e i loro rapporti personali, aziendali e di lavoro”, sottolinea l’UCO.

In questo modo, secondo un rapporto della Guardia Civil dell’ottobre scorso, gli agenti hanno scoperto che Aldama non aveva fermato i suoi oscuri traffici. L’istituto armato evidenzia, ad esempio, un incontro che il commissario ha avuto con Rivas il 16 maggio 2024, dopo aver incontrato altri indagati, che “potrebbe essere dovuto a fasi precedenti della creazione di una nuova struttura aziendale attraverso la quale. “

Nella stessa linea, l’UCO descrive come Víctor de Aldama e Claudio Rivas abbiano incontrato personalmente, il 13 maggio 2024, Félix Aparicio, “responsabile di uno dei fornitori utilizzati come strumento per realizzare gli scopi fraudolenti della presunta organizzazione criminale”. “. Anche se c’è molto di più. “Attraverso l’attività operativa – precisa la Guardia Civil riferendosi all’intenso monitoraggio effettuato – sono stati accertati numerosi incontri con soggetti legati ad ambienti aziendali complessi e indagati in altri procedimenti analoghi”. Peraltro, grazie all’intervento delle sue comunicazioni, gli agenti hanno rilevato come Isabela D., una terza persona vicina ad Aldama, avesse raccontato all’imprenditore detenuto Il caso Koldo: “Torni di nuovo a quei circoli viziosi. Hai davvero imparato la lezione o hai ancora qualcosa da imparare?”, secondo il verbale della polizia.

Lo scorso ottobre, l’UCO ha arrestato Aldama per la seconda volta: questa volta per il suo legame con il complotto degli idrocarburi. Il giudice Santiago Pedraz, che sta conducendo queste indagini, lo ha poi mandato in carcere provvisorio, ma ha dovuto rilasciarlo a novembre, su richiesta della Procura anticorruzione, dopo che il commissario aveva iniziato a collaborare all’inchiesta. Il caso Koldo.

Pericolo elevato

Questo ampio rapporto della Guardia Civil qualifica la presunta struttura criminale guidata da Aldama e Rivas come un gruppo criminale di “alto livello”; con “un grado di pericolo potenzialmente elevato”. Gli agenti precisano che il complotto soddisfa 10 degli 11 indicatori che il Centro di intelligence contro il terrorismo e la criminalità organizzata ritiene che esista un’organizzazione criminale organizzata.

Il rapporto descrive Aldama come uno dei due “co-direttori e alti dirigenti dell’organizzazione” dediti alle frodi sugli idrocarburi. L’UCO ritiene di essere, insieme a Rivas, “al vertice” del complotto grazie al controllo diretto che entrambi avevano sulla società Villafuel, individuata come epicentro e tassello chiave della frode Iva – che, in un primo momento, era ammontava a 182,5 milioni di euro, anche se successivamente è salita oltre i 220 milioni.

Gli agenti sostengono che Aldama, “in quanto responsabile della struttura aziendale, controlla e dirige l’introduzione di prestanome” – le indagini infatti avevano inizialmente rivelato l’esistenza di 36 società sospette in Spagna e altre 12 in Portogallo -, oltre a aver utilizzato le società per trasferire in due anni “fondi criminali a Portogallo, Cina e Colombia” per un importo vicino a 74 milioni di euro. “Possiede la conoscenza globale e la capacità necessaria per dirigere il corretto funzionamento delle operazioni criminali a tutti i livelli, essendo il suo ruolo essenziale per garantire l’efficacia e la continuità dell’attività dell’organizzazione criminale”, sottolinea il rapporto dell’UCO.

Gli investigatori ritengono che il complotto di Aldama e Rivas abbia funzionato con “disciplina e controllo”. E aggiungono che le persone coinvolte hanno utilizzato misure di sicurezza per rendere difficile l’intercettazione delle loro comunicazioni, con un uso frequente dell’applicazione di messaggistica istantanea Signal. “[Esta es] utilizzato frequentemente dalle organizzazioni criminali per le loro comunicazioni, dato che la società di gestione delle applicazioni conserva poche informazioni relative ai suoi clienti e quelle che possiede sono crittografate, offrendo un elevato livello di sicurezza nelle comunicazioni”, affermano gli agenti. L’UCO, infatti, afferma che Aldama dispone di una linea telefonica attraverso la quale non effettua chiamate e che, presumibilmente, comunicava solo tramite questa applicazione.

La sorveglianza e gli interventi hanno inoltre rivelato che l’imprenditore e la sua compagna hanno adottato misure di sicurezza in alcuni dei loro viaggi con il presunto obiettivo di rendere difficile il controllo della polizia. In questo senso, l’UCO evidenzia che il 22 luglio (cinque mesi dopo il suo arresto da parte dell’ Il caso Koldo), Aldama ha chiesto a Rivas di dare istruzioni al suo pilota su come comportarsi per arrivare al punto in cui si sarebbero dovuti incontrare: “Digli che faremo venti giri e spiegagli il motivo”. […] Gli dici: ‘Mi hanno detto questo, che prima di arrivare al punto faremo venti giri, non stupirti perché farò venti giri’.



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