Sabato sera, 8 luglio 2023. Un negozio Mercadona ad Albacete ha appena chiuso al pubblico e i suoi operai stanno ripulendo il locale. Uno di questi va alla sezione “pronti da mangiare”, dove durante la giornata vengono venduti cibi già preparati per il consumo immediato. Lì un collega raccoglie gli avanzi e li deposita in un carrello destinato ad essere gettato nella spazzatura. L’operaio in questione prende una crocchetta da un blister e la mangia.
Il lunedì successivo, il 10, questo dipendente ha ammesso volontariamente al coordinatore del negozio di aver mangiato una crocchetta senza pagarla. Questo ti ricorda che l’azienda vieta di consumare i prodotti dello stabilimento senza pagamento anticipato, anche se destinati a essere gettati nella spazzatura. Lo stesso giorno, Mercadona gli notifica il licenziamento per motivi disciplinari, considerando il fatto un reato “molto grave”, secondo il loro contratto collettivo. Il dipendente era in azienda da 16 anni ed era dirigente di categoria A sezione 5, con uno stipendio di 2.058 euro mensili. La liquidazione è stata di 944,38 euro.
Il 15 ottobre, la Camera sociale della Corte Superiore di Giustizia (TSJ) di Castilla-La Mancha ha stabilito che si trattava di un licenziamento ingiusto. Ciò ha respinto il ricorso di Mercadona alla decisione del tribunale di primo grado, che si è pronunciato nello stesso senso. Il TSJ stabilisce che la condotta imputata al lavoratore non può costituire un reato molto grave, e può essere passibile di sanzione pecuniaria. Ma, “in nessun modo”, ingerire una crocchetta che stava per essere gettata nella spazzatura può comportare “la sanzione più grave nel mondo del lavoro, come il licenziamento del lavoratore”. Si conferma che l’azienda dovrà reintegrare il dipendente o, in mancanza, risarcirlo con quasi 40.000 euro, anche se la sua decisione potrà essere impugnata davanti alla Corte Suprema. Interrogata da questo giornale, la società conferma di non aver presentato denuncia e che pagherà un risarcimento.
Per giungere a tale conclusione, il tribunale analizza i diversi passaggi che il dipendente e la società hanno intrapreso per licenziare il primo. Mercadona giustifica che era consapevole che gli era vietato consumare i prodotti dello stabilimento senza pagarli in anticipo. Sta lì il motivo del licenziamento. L’azienda accusa il suo lavoratore di aver mangiato un intero blister di crocchette, il cui prezzo era di 4,20 euro, il che rappresenta “frode, slealtà o abuso di fiducia”, e “furto, furto o appropriazione indebita” da parte dell’azienda, il che implica un fatto molto grave reato secondo la convenzione vigente alla data dei fatti. Si richiama inoltre all’articolo 54, comma 2, lettera d), dello Statuto dei Lavoratori, che parla di “violazione della buona fede contrattuale, nonché di abuso di fiducia nella prestazione lavorativa”, per giustificare il licenziamento disciplinare.
Buon comportamento
Da parte sua, il lavoratore difende che questa buona fede non è stata violata, poiché la sua condotta in 16 anni è stata sempre corretta e che ha avuto “un alto apprezzamento per l’azienda”. Riconosce di conoscerne tutte le regole, ma che la sua sporadica violazione non può costituire il suo licenziamento per buona condotta. Inoltre, sottolinea che la società non ha rispettato il suo diritto di difesa, e che non ha mai nascosto il fatto.
Nella sentenza si legge che due testimoni confermano che il dipendente ha mangiato una crocchetta, e non un blister completo, come ha affermato l’azienda. Questa, secondo il tribunale, “è una sfumatura importante”, così come si tratta di un alimento che si trova “nel carrello dei prodotti destinati alla rottura o alla spazzatura”. Allo stesso tempo, altri dipendenti riconoscono di aver consumato tali prodotti anche loro sporadicamente, senza alcuna conseguenza disciplinare al di là dell’ammonizione.
Il tribunale stabilisce che la condotta del dipendente non può essere considerata fraudolenta, sleale o una violazione della fiducia. Né l’ingestione della crocchetta è paragonabile a rapina, furto o appropriazione indebita, poiché essa “non ha alcun valore di mercato, nemmeno trascurabile, poiché non può essere messa in vendita al pubblico”. Inoltre, il fatto che si trattasse di un unico blister, e non di un intero blister, non è di poco conto. La sentenza precisa che nell’accordo si parla di “appropriazione indebita di prodotti”, al plurale, e trattandosi solo di una crocchetta, “non c’è appropriazione indebita”.
«Il fatto è più semplice: l’8 luglio alle ore 22, l’attore ha consumato una crocchetta dal blister destinata alla spazzatura, senza alcun occultamento, riconoscendo tale fatto quando richiesto, essendo un fatto eccezionale, puntuale e sporadico, e conoscendo l’ordinanza e istruzione della società del suo divieto, che ad avviso di questo giudice costituisce una grave mancanza di cui all’art. 33 B) 4″ dell’accordo Mercadona. Cioè, una disobbedienza che darebbe diritto a Mercadona di sanzionare il suo dipendente, ma non di licenziarlo, secondo la corte.