L’ex segretario generale dell’UGT Andalucía e la sua dirigenza condannati a tre anni di carcere e 50 milioni di multa per frode sui sussidi | Spagna
L’ex segretario generale dell’UGT dell’Andalusia, Francisco Fernández, e altri tre ex alti dirigenti del sindacato sono stati condannati rispettivamente a tre anni di carcere e a 50 milioni di euro di multa, come autori di un reato continuato di falsificazione di documenti in concorrenza con il reato di frode sovvenzionata per “utilizzo consapevole e fraudolento delle risorse percepite appositamente dal sussidio per la realizzazione di corsi di formazione per disoccupati e occupati per finalità diverse da quelle previste dalla UGT-A per finanziare le attività proprie del sindacato”, secondo la sentenza redatta dalla Terza Sezione del Tribunale di Siviglia. L’importo frodato ammonta a 40.620.256,3 milioni di euro consegnati dalla Junta de Andalucía tra il 2009 e il 2013.
Nella sentenza, impugnabile in cassazione davanti alla Corte Suprema, la Corte richiama l’attenzione sulla “gravità della condotta” dei condannati —Fernández, Federico Fresneda, è segretario generale dell’Amministrazione, María Chapín, ex segretaria della Gestione economica e l’ex amministratore delegato della Soralpe (società sindacale), Enrique Goicoechea, e “il danno causato ai lavoratori alla cui formazione erano destinati i sussidi”. Un danno che i magistrati estendono “alla società” in generale, per “l’allarme sociale” prodotto dalle condotte criminose oggetto del procedimento in quanto “messe in atto da agenti sociali ai quali, appunto, vengono concesse sovvenzioni per la loro proclamata difesa degli interessi dei lavoratori e dei disoccupati.
Il Tribunale di Siviglia fa appello anche all’“importo dei sussidi, all’importo di ciò che è stato frodato e alla molteplicità delle richieste e delle modalità criminali” attraverso le quali l’ex leader del sindacato ha utilizzato i sussidi per i propri scopi, indipendentemente dal loro scopo. Tra quelle procedure utilizzate per frodare, che i magistrati definiscono “meccanica della frode”, c’è la tecnica dell’ discesa in corda doppia, per cui UGT-A beneficiava degli sconti che i fornitori praticavano in fattura e che non dichiaravano all’Amministrazione; Lui boteche ha permesso all’organizzazione di finanziarsi con un saldo attivo generato pagando ai fornitori fatture simulate; oppure la cessione dei locali sindacali alla Soralpe, che ha affittato le aule utilizzate per la formazione senza generare spese. “Una serie di procedure che hanno utilizzato diversi fornitori ed enti collegati per ottenere un mezzo di finanziamento per coprire le spese strutturali proprie del sindacato a scapito dei fondi pubblici concessi con le sovvenzioni”, riassume la Corte.
In relazione all’imbarcazione, il tribunale accerta che con tali fatture i condannati “giustificavano mendacemente alla pubblica Amministrazione spese attribuite a fondi pubblici ricevuti per programmi di formazione”. Questo meccanismo di frode “comportava di incaricare i diversi fornitori di emettere fatture che non corrispondevano ad alcuna prestazione di servizi o fornitura di beni o di importo inferiore e che andavano ad aggiungersi ad un conto di credito UGT-A per dette società”. indica la stanza. Tali fatture “sono state presentate all’amministrazione concedente il sussidio, che ha concluso l’iter di dirottamento a fini propri del sindacato delle somme percepite dall’Amministrazione e che erano destinate ad una destinazione di interesse socio-lavorativo del tutto diversa”, concludono i giudici .
Sulla tecnica di rappel stabilirlo, come da bote“era contabilizzato e controllato attraverso un programma informatico attraverso il quale il sindacato sarebbe stato finanziato da un saldo attivo, generato dal pagamento delle fatture ai fornitori”. La sentenza fa riferimento anche ad “altri sistemi di ripartizione delle spese non ammissibili”, che comprendono le retribuzioni dei dipendenti propri e della Soralpe che frequentano corsi di formazione quando non vi lavorano; le spese di struttura e manutenzione del sindacato (bollette telefoniche, pulizie, elettricità…) e il pagamento dell’affitto delle aule e delle strutture di proprietà dell’UGT-A.
Nel caso sono imputate anche otto aziende fornitrici, che sono state assolte dal tribunale con la motivazione che “non è dimostrato che fossero a conoscenza della destinazione che sarebbe stata data agli sconti, alle commissioni o alle abbuoni da loro pattuiti”. e concesso al sindacato.” I magistrati condannano un’altra ex dirigente del sindacato negli anni in cui si verificò la frode, l’ex capo del dipartimento Acquisti, Dolores Sánchez, riducendone però la pena a sei mesi e due giorni di carcere e una multa di 25 milioni di euro, in qualità di complice dei medesimi delitti.
I cinque ex alti funzionari vengono anche denunciati come responsabili civili con l’obbligo di risarcire in solido la Junta de Andalucía per l’importo defraudato, pari a 40.620.256,43 euro, con la responsabilità civile sussidiaria del sindacato UGT-A per l’importo totale.