Concetto proposto dagli scienziati nel 1998 per spiegare l’espansione accelerata dell’universo, l’energia oscura sembra una metafora di un fenomeno ancora sconosciuto alla scienza.
In effetti, i fisici avevano bisogno di includere una nuova componente nelle loro equazioni per spiegare l’accelerazione dell’universo, poiché i calcoli basati sulla teoria della relatività generale non corrispondevano a ciò che avevano osservato nel cosmo. In questo senso, l’energia oscura interviene come sostituto provvisorio per spiegare l’energia necessaria per guidare tutta questa accelerazione.
Recentemente, un team di fisici e astronomi dell’Università di Canterbury, a Christchurch, in Nuova Zelanda, ha messo in dubbio la visione tradizionale dell’espansione dell’universo. In uno studio pubblicato sulla rivista Monthly Notice della Royal Astronomical Society: Letters, hanno utilizzato dati spettroscopici sul cambiamento della luminosità delle supernovae nel tempo.
Il nuovo metodo ha mostrato una forte evidenza di ciò “l’Universo si sta espandendo in modo sempre più vario e ‘disorganizzato’”secondo un comunicato stampa.
Cos’è l’energia oscura?
Modello standard della cosmologia attuale, il cosiddetto Lambda-CDM (iniziali inglesi per materia oscura fredda) propone un universo in cui l’energia oscura – rappresentata dalla lettera greca “Λ” – è responsabile dell’accelerazione dell’espansione dell’universo.
In questo modello, le galassie sono collegate da una sorta di rete invisibile di materia oscura, “fatta di particelle pesanti che non interagiscono con nulla”, ma la cui presenza è osservata attraverso la gravità.
In questo ipotetico scenario, l’energia oscura, che rappresenta quasi il 70% del cosmo, spiega l’accelerazione osservata nelle esplosioni di supernova, che appaiono più lontane di quanto dovrebbero, se l’Universo non si espandesse.
Oggi l’attuale modello di espansione dell’Universo viene messo in discussione da nuove prove, come il bagliore residuo del Big Bang (radiazione cosmica di fondo), in cui l’Universo primordiale è in contrasto con l’attuale espansione.
Inoltre, dati recenti ottenuti dal Dark Energy Spectral Instrument (DESI) suggeriscono che il modello ΛCDM, che adotta un’energia oscura costante, non si adatta alle nuove dinamiche in cui si evolve nel tempo.
Come funziona il nuovo modello Timescape?
Le prove scoperte nel presente studio supportano il modello Timescape, qualcosa di simile al “paesaggio temporale” dell’espansione cosmica in portoghese. La nuova proposta non dipende dall’energia oscura, poiché le differenze nello stiramento della luce non sono attribuite ad un’accelerazione dell’universo, ma piuttosto il modo in cui calibriamo il tempo e la distanza.
Il nuovo modello propone che, secondo la teoria di Einstein, la gravità rallenta il tempo. Pertanto, un orologio teorico perfetto nello spazio vuoto funzionerebbe più velocemente di quanto non faccia all’interno di una galassia. All’interno della Via Lattea, ad esempio, questo orologio sarebbe circa il 35% più lento (a causa della gravità) che nei grandi vuoti cosmici, dicono gli autori, dove miliardi di anni sarebbero passati più velocemente rispetto alla Terra.
Per il responsabile dello studio David Wiltshire, “l’energia oscura è un’errata identificazione delle variazioni nell’energia cinetica di espansione, che non è uniforme in un universo irregolare come quello in cui realmente abitiamo”. In questo senso, spiega il professore, la ricerca ha offerto dati e argomenti solidi sul modo in cui il cosmo si sta espandendo e sui misteri coinvolti in questo processo.
E promette: “Con nuovi dati, il più grande mistero dell’Universo potrebbe essere risolto entro la fine del decennio”.
La materia oscura potrebbe aver avuto origine in un “Dark Big Bang”