Le risposte dell’intelligenza artificiale nella ricerca di Google hanno ridotto il traffico di molti siti web
Molti proprietari di siti web si trovano di fronte al dilemma se consentire a Google di utilizzare i loro contenuti per le risposte di intelligenza artificiale o rischiare di scomparire dai risultati di ricerca.
Alcuni media online rischiano di chiudere se non si adattano a questi cambiamenti.
Secondo gli editori di media online, lo strumento di Google, che analizza i contenuti web per generare risposte di intelligenza artificiale, utilizza lo stesso algoritmo con cui indicizza le pagine per i normali risultati di ricerca.
Ciò significa che il blocco di un’intelligenza artificiale può anche avere un impatto negativo sulla visibilità di un sito web nella ricerca, con una conseguente riduzione significativa del traffico.
Dato che Google continua a monopolizzare il mercato della ricerca, che cosa ha recentemente ammesso da un tribunale federale statunitense, le azioni dell’azienda sono preoccupanti per le start-up e gli editori.
Devono scegliere tra la collaborazione con Google, che potrebbe portare alla graduale scomparsa dei siti web, o il blocco dell’intelligenza artificiale, che potrebbe tagliare immediatamente l’accesso a gran parte del loro pubblico.
“Google sostiene che le risposte dell’intelligenza artificiale aiutano gli utenti a trovare più velocemente le informazioni di cui hanno bisogno e offrono nuove opportunità ai siti di contenuti.
“Ogni giorno, Google invia miliardi di conversioni ai siti web di tutto il mondo e noi ci impegniamo a continuare questo scambio di valore di lunga data con il web”, ha dichiarato un portavoce.
Ma per gli editori più piccoli questa dichiarazione è discutibile. Come ha sottolineato Mark McCollum, responsabile dell’innovazione di Raptive, “Google sottovaluta i rischi per i creatori di contenuti, soprattutto per quelli il cui sostentamento dipende dalla visibilità delle ricerche”.
Il blocco delle risposte dell’intelligenza artificiale potrebbe ridurre in modo significativo la portata e le entrate degli editori.
Con l’evoluzione dell’IA e i cambiamenti nel panorama delle tecnologie di ricerca, gli editori si trovano sempre più spesso di fronte alla necessità di assumere il controllo delle proprie risorse e di non affidarsi a un’unica piattaforma tecnologica, compresa quella di Google.
Come osservato da “Talking Points Memo“, afferma Joe Ragazzo, editore di Points of View, “è necessario costruire un vero rapporto con i lettori per creare una pubblicazione che possa sopravvivere a diverse epoche”.