Il governatore di San Paolo, Tarcísio de Freitas (repubblicano), è tra i principali nomi della destra brasiliana per le elezioni presidenziali del 2026, se permane l’ineleggibilità dell’ex presidente Jair Bolsonaro (PL). Ciononostante, Tarcísio ribadisce costantemente la sua intenzione di candidarsi alla rielezione nello Stato di San Paolo.
Il suo discorso e la sua preferenza per questo piano politico – e non per Brasilia – sono stati mantenuti fin dalle prime domande al riguardo, anche con sondaggi elettorali che lo pongono potenzialmente in competizione per la Presidenza della Repubblica. Si tratta degli stessi sondaggi tra l’elettorato, che dimostrano l’approvazione della gestione pubblica dello Stato, e che corroborano la preferenza di Tarcísio per la rielezione alla carica, come dimostrato in un sondaggio dell’istituto Paraná Pesquisas alla fine del 2024.
Tarcísio dichiara pubblicamente e conferma ai consiglieri più stretti la sua determinazione a cercare altri quattro anni nel governo di San Paolo. Tra le ragioni vi sono l’alta probabilità di vittoria dello Stato, l’influenza del suo Segretario al Governo e alle Relazioni Istituzionali, Gilberto Kassab, e la solida base formata nell’Assemblea Legislativa di San Paolo (Alesp).
Tarcísio cerca la rielezione al 1° turno nel 2026 a San Paolo
Nelle elezioni statali del 2022, Tarcísio ha ottenuto il 42,32% dei voti validi al primo turno, per un totale di oltre 9,8 milioni di voti, anche se è di Rio e non ha precedenti di legami diretti con San Paolo. Nel 2026, Tarcísio ritiene che i risultati del suo primo mandato tra la popolazione potrebbero garantire la vittoria al primo turno, soprattutto se l’avversario principale è il Partito dei Lavoratori (PT), che non ha mai governato lo Stato.
La disputa presidenziale sarebbe più complessa, con oppositori dello stesso campo politico, come il governatore di Goiás, Ronaldo Caiado (União Brasil) e Pablo Marçal (PRTB), dichiarati pre-candidati. Inoltre, Tarcísio si troverebbe ad affrontare il presidente Lula (PT), un probabile candidato alla rielezione della sinistra.
Per Denilde Holzhacker, politologa e professoressa alla Escola Superior de Propaganda e Marketing (ESPM), Tarcísio ha poca concorrenza a San Paolo. “La rielezione sembra più garantita, considerando l’assenza di grandi concorrenti di sinistra. Guilherme Boulos e Tabata Amaral, ad esempio, sono più probabili candidati al Senato, la cui disputa sarà più feroce del governo statale.”
La forte base a San Paolo contrasta con le sfide a Brasilia
Ad Alesp, Tarcísio costituì una base alleata con circa 65 dei 94 deputati e riuscì ad approvare tutti i progetti considerati strategici per il governo e che furono presentati alla Camera. Al Congresso Nazionale tenderebbe ad incontrare maggiori difficoltà: oggi i repubblicani hanno il settimo seggio più grande alla Camera, con 42 deputati, e l’ottavo al Senato, con quattro senatori.
L’analisi è che, a Brasilia, Tarcísio avrebbe bisogno di negoziare di più con i partiti centristi. Inoltre, dovrebbe fare i conti con una maggiore pressione da parte dell’ala ideologica della destra, che potrebbe nuocere all’attenzione ai progetti strutturanti, come privatizzazioni e grandi opere infrastrutturali, che caratterizzano la sua gestione a San Paolo.
Holzhacker sottolinea che anche i repubblicani preferiscono che Tarcísio rimanga nello Stato. “Con Alesp sotto controllo e un forte coordinamento con i sindaci, lui consolida il suo potere regionale ed espande la base dei deputati repubblicani nel 2026”.
Il cambio di partito, infatti, che ha suscitato scalpore dietro le quinte politiche, è escluso dallo stesso Tarcísio. Almeno per ora. Nonostante le speculazioni su una possibile migrazione dai repubblicani al Partito Liberale (PL), il capo dell’esecutivo di San Paolo afferma pubblicamente che “si trova bene con l’acronimo e, per ora, il cambiamento è escluso”.
Secondo un’indagine del Gazzetta del Popolooltre ad essere la figura principale del partito guidato dal deputato federale Marcos Pereira, Tarcísio ritiene che, con l’elezione di Hugo Motta (Republicanos-PB), potrà esercitare un’influenza sugli ordini del giorno discussi alla Camera dei Deputati .
L’influenza di Kassab sulla decisione di Tarcísio intorno al 2026
Presidente nazionale del PSD, Kassab sostiene che Tarcísio resti nello Stato, ritenendo che la competizione presidenziale sarà più favorevole nel 2030, possibilmente senza Lula e Bolsonaro nella disputa. Kassab sostiene che otto anni al governo di San Paolo accrediterebbero Tarcísio come il principale leader della destra e del centrodestra per la successiva controversia.
Secondo un’indagine del Gazzetta del PopoloKassab punta a diventare vicepresidente sulla lista di Tarcísio nel 2026. Dirige uno dei principali segretariati di Stato, gestendo gli emendamenti ad Alesp e collaborando con i sindaci.
Per Holzhacker, Kassab cerca di bilanciare la sua base tra destra e sinistra. “Vuole mantenere gli alleati sia nel governo Tarcísio che nella gestione federale del PT, garantendo capacità di coordinamento”.