Le due parti in conflitto in Sudan si sono accordate per garantire un accesso umanitario sicuro attraverso due percorsi chiave. L’annuncio è stato fatto venerdì dagli Stati che stanno tenendo i colloqui per il cessate il fuoco in Sudan in Svizzera. Lo riferisce TASR in base a un rapporto dell’AFP.
Nel 2023, in Sudan è scoppiata una guerra tra l’esercito guidato dal leader de facto del Paese, il generale Abdal Fattah Burhan, e le forze paramilitari di supporto rapido (RSF), guidate dall’ex vice di Burhan, Muhammad Hamdan Daklou.
Dal 14 agosto, gli Stati Uniti hanno avviato colloqui in Svizzera per alleviare le sofferenze del Sudan e ottenere una cessazione permanente delle ostilità. Anche una delegazione di RSF è arrivata in Svizzera. Tuttavia, l’esercito sudanese non era soddisfatto del formato dell’incontro e non ha partecipato. I suoi rappresentanti sono rimasti in contatto telefonico con i mediatori.
L’aiuto è in arrivo
Venerdì si sono conclusi i negoziati, co-condotti da Arabia Saudita e Svizzera, con l’Unione Africana, l’Egitto, gli Emirati Arabi Uniti e le Nazioni Unite che hanno completato il cosiddetto Gruppo di sostegno alla vita e alla pace in Sudan.
“Il gruppo ha ricevuto assicurazioni da entrambe le parti in conflitto che garantiranno un accesso sicuro e senza ostacoli attraverso due vie di trasporto chiave – il valico di frontiera di Adré nella regione del Darfur e la via di Dabi da Port (Porto) Sudan sul Mar Rosso”, si legge in una dichiarazione congiunta rilasciata dopo i colloqui.
“I camion degli aiuti sono in viaggio per fornire assistenza alle persone che soffrono la fame nel campo di Zamzam e in altre parti del Darfur. Queste strade devono rimanere accessibili e sicure per poter portare gli aiuti in Darfur e iniziare la lotta contro la carestia. Il cibo e la fame non possono essere usati come arma di guerra”, hanno aggiunto i mediatori in un comunicato.
Il conflitto ha creato in Sudan una delle peggiori crisi umanitarie del mondo. I combattimenti hanno allontanato molte persone dalle loro case e hanno causato decine di migliaia di vittime. Oltre 25 milioni di persone, più della metà della popolazione sudanese, stanno affrontando una situazione di fame acuta. Secondo una dichiarazione ufficiale delle autorità, nel campo profughi di Zamzam, in Darfur, c’è carestia.