Site icon La terrazza Mongardino

Le parole di un’affascinante autista donna hanno sorpreso un passeggero: “Mi sono persa, non sapevo cosa dire”.

Ne fui felice, in realtà. Ho iniziato a intervistarla, aveva scelto una professione inaspettata e l’ho trovata interessante.

Probabilmente attira l’attenzione dei passeggeri maschi.

L’autista ha ammesso che non si lamenta delle attenzioni. Le chiede spesso il numero di telefono.

E se sono ben nutriti, cercano di abbracciarli, di fare loro dei regali.

“E cosa risponde un uomo a tutto questo, non è forse geloso?”. – Ho detto, senza pensare che forse lei non ha affatto un marito.

Anche se ho notato una fede nuziale sulla sua mano.

“E l’uomo, che deve guadagnare soldi, cosa dirà?”, sospirò l’autista.

Ero smarrito, non sapevo cosa dire.

L’autista se ne accorse e ruppe lei stessa l’imbarazzante silenzio.

Ha spiegato che non aveva altro modo per contribuire alle sue prestazioni, che purtroppo non erano sufficienti a mantenere la sua famiglia.

Suo marito ha perso il lavoro durante la pandemia e non ne ha trovato uno nuovo.

Ero persa, non sapevo più cosa dire.

Ma la donna non si lamenta. Perché le condizioni sono davvero buone.

Il lavoro come autista può essere programmato liberamente: la sera, la notte, quando il bambino dorme.

Non c’è bisogno di incastrare nulla.

E anche i soldi sono buoni. Dicono che sia facile guadagnare circa 700-800 euro al mese.

In effetti, mi è dispiaciuto per quella giovane donna.

Che deve combinare la maternità con il duro lavoro di guidare clienti arrabbiati di notte e di sera.

Quanto è dura, però, questa maternità.

L’opinione soggettiva dell’autrice non coincide necessariamente con l’editoriale

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