Con il tetto massimo dei tassi di interesse Prestito INSS congelato all’1,66% al mese dal giugno dello scorso anno, le banche hanno iniziato a difendere presso il governo un aumento del tasso almeno al 2% nella prossima riunione del Consiglio nazionale di previdenza sociale, prevista per questo giovedì (9).
L’aumento è contrastato nel Ministero della Previdenza Socialementre altre ali del governo, come il Ministero delle Finanze e a Casa Civilevalutano che l’aumento è necessario, ma ad un livello leggermente inferiore a quello calcolato dalle banche: la cifra che circola è dell’1,94% al mese.
Il tetto dell’1,66% si applica alle operazioni con ritenute in busta paga. Su carte di credito e pagamenti di benefit sale al 2,46%.
La pressione delle banche arriva dopo interesse futuroche incidono sul costo della raccolta per le istituzioni finanziarie, hanno registrato un forte aumento lo scorso anno, a seguito dell’aumento del tasso Selic e del peggioramento della percezione del rischio nel Paese.
I calcoli degli analisti di mercato indicano che, per ritornare alla redditività in tutte le fasce d’età delle buste paga dell’INSS, il tetto dovrebbe salire al 2,07% al mese. Ciononostante, si stima che un tasso del 2% al mese contribuirebbe già a compensare parte delle perdite in alcune fasce di età.
La difesa dell’aumento del tetto non viene solo dalle istituzioni private, ma trova eco anche nelle banche pubbliche.
All’inizio del governo, di fronte a a Braccio di ferro tra Previdenza Sociale e banche sul tetto delle buste pagaBanco do Brasil e Caixa Econômica Federal hanno raggiunto sospendere le operazioni di prestito nella modalità. Secondo i resoconti dei tecnici delle istituzioni, sarebbe necessario un tasso dell’1,98% o dell’1,99% affinché le banche pubbliche ritornino alla voglia di questo tipo di prestito.
Dietro le quinte, l’ala governativa ricorda che, quando la Selic era su una traiettoria discendente, il ministro Carlo Lupi (Previdenza Sociale) intestato a campagna affinché il tetto salariale si allinei al tasso di base.
Ora, con l’aumento della tariffa Selic, dicono, il ministro non fa questa mossa e si oppone ad un cambiamento che aiuterebbe a ripristinare la redditività della linea.
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