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L’aumento delle pensioni del 2,8% resta temporaneamente in sospeso dopo il rifiuto del Congresso | Economia



La decisione di Junts e del PP di non convalidare il decreto a tutti Il voto votato mercoledì al Congresso dei Deputati ha lasciato una situazione senza precedenti per più di 12 milioni di pensionati: la rivalutazione del 2,8% la cui applicazione era prevista a partire dalle buste paga di gennaio è temporaneamente nel nulla. Tuttavia, secondo diverse fonti amministrative consultate, l’ordine di pagamento delle buste paga dei pensionati per questo mese sarebbe già stato dato, il che significa che ciò che riceveranno a partire dalla prossima settimana includerebbe l’aumento in vigore fino a questo mercoledì, quando è diminuito dal suddetto decreto non è stato convalidato. Il Ministero della Previdenza Sociale, interpellato su questa possibilità vista la possibilità che il decreto cada, come alla fine è avvenuto, non ha ancora fornito informazioni in merito.

Diversi giuristi interpellati da questo giornale suggeriscono che, dopo quanto accaduto alla Camera, questo aggiornamento degli importi percepiti dai pensionati – che significa per una pensione di vecchiaia media circa 43 euro in più al mese in ciascuna delle 14 rate – verrebbe sospeso a almeno temporaneamente. E se non si noterà nell’imminente busta paga di gennaio, più probabilmente lo si noterà in quella di febbraio. Ciò però si eviterebbe se il governo approvasse immediatamente un altro decreto e lo pubblicasse sulla BOE prima della chiusura delle buste pensionistiche di febbraio, cosa che avviene nella prima metà del mese, secondo le fonti consultate.

Cosa succede adesso

Fonti giuridiche hanno confermato che, se tale rivalutazione non sarà immediatamente recepita in un altro Regio Decreto-Legge, la rivalutazione di oltre 12 milioni di benefici (contributivi e non contributivi, compresi quelli dei dipendenti pubblici delle classi passive) non potrà essere applicata.

Tuttavia, il Governo ha spazio per includere questa rivalutazione in un nuovo Regio Decreto Legge, nel prossimo Consiglio dei Ministri del 28 gennaio o in un’altra riunione ministeriale prima di quella data che l’Esecutivo potrà convocare in via straordinaria. Subito dopo la rivalutazione verrebbe nuovamente pubblicata sulla BOE e tornerebbe in vigore. Da quel momento il Governo avrà ancora un mese per negoziare con i gruppi parlamentari per convalidare la norma.

Quali aumenti delle pensioni incide?

L’aggiornamento di tutte le pensioni è sospeso. Nello specifico, non sapendo quale decisione prenderà il Governo, la bocciatura di questo decreto interrompe, almeno temporaneamente, l’aumento generale del 2,8% per tutte le prestazioni contributive della previdenza sociale (comprese quelle per le classi passive), nonché aumenti del 6% nelle pensioni minime contributive e il 9% nelle pensioni assistenziali (non contributive) e nel Reddito Minimo Vitale (IMV).

Altri impatti sulla Previdenza Sociale

Oltre all’aggiornamento delle pensioni con il CPI, e in assenza dei bilanci generali dello Stato per il 2025, il regio decreto legge emanato mercoledì ha incluso le modifiche normative approvate nelle ultime riforme pensionistiche che dovevano essere applicate quest’anno. Nello specifico, la norma che non sarà più applicabile ha determinato, ad esempio, gli aumenti dei contributi sociali dei datori di lavoro e dei lavoratori legati al Meccanismo di Equità Generazionale (MEI) (la cui aliquota contributiva doveva passare dallo 0,7 allo 0,8% quest’anno) o l’applicazione per la prima volta, tra le altre questioni, della quota di solidarietà ai redditi che superano la base contributiva massima.



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Luca

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