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L’anno in cui si è fermato l’incubo degli affitti | Opinione



L’effetto sul mercato degli affitti delle quasi 400.000 case turistiche che, secondo l’INE, esistono nelle città spagnole, è evidente ma difficile da precisare. Tuttavia, uno studio dell’Università di Malaga è riuscito a quantificare il punto di flessione (10% del patrimonio immobiliare) a partire dal quale questi alloggi alterano significativamente al rialzo i prezzi degli affitti. Lo studio calcola che gli appartamenti turistici sono direttamente responsabili del 31% dell’aumento dei prezzi a Malaga e del 33% dell’aumento a Siviglia. Nel quartiere di La Merced, a Malaga, dove si trova il maggior numero di case turistiche della città, il prezzo al metro quadrato affittato è più che raddoppiato in soli otto anni, una cifra inaccessibile per la classe media salariata spagnola e replicata in tutto il mondo. grandi città.

Secondo il portale immobiliare Idealista, che tiene conto solo dei prezzi delle offerte, nel 2024 il prezzo degli affitti aumenterà dell’11,5% in Spagna. Secondo gli esperti torneranno a crescere tra il 7% e il 10% nel 2025, ben al di sopra dell’inflazione prevista.

La spirale incontrollata del mercato degli affitti rende la vita impossibile ai non proprietari, soprattutto ai giovani, nei pressi dei centri economici. I fattori di pressione sui prezzi sono molteplici, ma alcuni, come gli appartamenti turistici, sono perfettamente individuati e qualsiasi iniziativa per contrastarli va accolta con favore. L’UE ha imposto un registro unificato che richiede la registrazione di queste proprietà in un database centralizzato. Dal 1° luglio potranno essere affittate solo le case registrate. L’obiettivo è togliere dal mercato turistico le case non registrate (o, almeno, regolarizzarle); A Madrid si stima che siano il 90% del totale.

Questo mercoledì è entrato in vigore anche il nuovo indice di riferimento degli affitti previsto dalla Legge sull’edilizia promossa dal Governo. Impone un limite di aumento del 2,2% sulla revisione dei contratti a gennaio, invece del CPI. Il suo effetto sarà inizialmente limitato perché si applica solo ai contratti firmati dopo il 25 maggio 2023. Il nuovo indice viene aggiunto al sistema nazionale dei prezzi di riferimento degli affitti per spingere i proprietari a chiedere prezzi ragionevoli per i loro immobili. Ma le amministrazioni che possono avere un impatto più diretto e rapido sono quelle locali e regionali, e lì il cittadino è in balia dell’ideologia o degli interessi correnti, quando lo strangolamento degli inquilini è un’emergenza sociale ed economica.

I dati sono sempre più eloquenti. Dobbiamo insistere quanto necessario sul fatto che l’edilizia abitativa non è un prodotto di investimento come gli altri: l’accesso a un alloggio dignitoso è un requisito costituzionale. I poteri pubblici possono e devono intervenire nel mercato per assicurarlo. Lo chiedono i cittadini, e in maniera sempre più forte.



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Luca

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