Le priorità della presidenza ungherese del Consiglio dell’Unione europea sono l’aumento della competitività, la gestione della migrazione e la politica di allargamento dell’UE. Il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha fatto questo annuncio ai giornalisti a Strasburgo martedì. Il corrispondente della TASR a Budapest ne riferisce con riferimento al server del portafoglio.
L’inizio della conferenza stampa è stato disturbato da un attivista del partito di opposizione ungherese Coalizione Democratica, che è stato scortato fuori dalla sala dalle guardie di sicurezza.
Orbán ha ricordato che l’Ungheria detiene la presidenza del Consiglio dell’UE per la seconda volta dopo il 2011. Egli ritiene che la situazione attuale sia molto più grave rispetto alla prima presidenza ungherese.
Il mondo è afflitto dalle guerre
“La prima presidenza è stata segnata dalla crisi finanziaria, dalla primavera araba e dal disastro di Fukushima”, ha ricordato, aggiungendo che oggi il mondo è afflitto da diverse guerre, tra cui i conflitti in Ucraina e in Medio Oriente. A tutto ciò si aggiunge la crisi migratoria, che minaccia di rompere l’area Schengen, un problema significativo, ha aggiunto.
Orbán ha avvertito che la competitività dell’Europa è in costante declino. Ha affermato che l’obiettivo deve essere quello di migliorarla, poiché la crescita economica in Europa è più lenta di quella della Cina o degli Stati Uniti. “La nostra quota nell’economia mondiale si sta riducendo e le aziende dell’UE pagano l’elettricità e il gas più delle aziende statunitensi”, ha sottolineato.
Orbán ha annunciato che la presidenza ungherese intende adottare un nuovo patto di competitività volto a ridurre gli oneri amministrativi, alleggerire l’eccesso di regolamentazione, garantire energia a basso costo, una politica industriale verde e rimuovere le barriere alla circolazione.
Su migrazione e allargamento dell’UE
Per quanto riguarda le questioni migratorie, ha sottolineato la protezione delle frontiere esterne. “La migrazione può essere frenata solo se creiamo hotspot esterni”, ha affermato. Il sistema di asilo dell’UE non funziona e “rafforza l’antisemitismo e l’omofobia”.
Riferendosi alla politica di allargamento, Orbán ha ricordato che ai Paesi dei Balcani occidentali era stato promesso 20 anni fa che sarebbero stati ammessi nell’UE e ha sottolineato che l’allargamento non avrebbe avuto successo senza l’ammissione della Serbia. “Senza di essa, il resto dei Balcani occidentali non potrà essere integrato e stabilizzato”, ha aggiunto.
Durante le domande dei giornalisti, il primo ministro ha affermato, tra l’altro, che l’Ungheria non ha intenzione di lasciare l’UE. “Siamo patrioti europei”, ha sottolineato, aggiungendo che il cambiamento deve essere realizzato nell’UE, a Bruxelles, cioè dall’interno.
Alla domanda sull’immunità parlamentare del suo critico più accanito, l’eurodeputato Péter Magyar, che secondo la Procura generale ungherese è accusato di furto, Orbán ha definito l’immunità parlamentare un’istituzione importante e valida. “Questo deputato è accusato di un reato penale. Spetta al Parlamento europeo decidere, dopo aver valutato, se revocare la sua immunità”, ha risposto il primo ministro ungherese.