UN violenza politica che ha vittimizzato Marielle Franco ormai da sei anni non solo persiste, ma è anche cresciuto nel Paese. Sondaggio pubblicato questa settimana mostra che i casi contro politici e candidati hanno battuto un record nel 2024, lo stesso anno in cui furono uccisi gli assassini della consigliera di Rio finalmente condannato.
Da gennaio al secondo turno sono stati contati 558 eventi elezionicomprese le minacce, gli attacchi, gli attentati, i delitti e gli omicidi riportati dai media. Si tratta del valore più alto registrato dal 2016, inizio della serie storica raccolta dalle organizzazioni Justiça Global e Terra de Direito.
Il numero equivale a quasi due vittime al giorno. Nel corso del 2020, quando sono stati registrati 214 casi, la proporzione è stata di un evento ogni quasi due giorni. Nel 2016, con 46 segnalazioni, la frequenza è stata di una vittima ogni otto giorni.
Il ritmo di solito sale alle stelle negli anni e nel periodi elettorali: nei tre mesi di campagna elettorale si sono concentrati il 75% degli episodi di quest’anno, e la settimana precedente al primo turno elettorale ha avuto una media di 17 episodi al giorno. La criminalità politica, tuttavia, è un fenomeno che dura tutto l’anno.
I risultati dello studio sono nella stessa linea di a un altro sondaggiorealizzato dall’Osservatorio sulla violenza politica ed elettorale dell’Unirio (Università Federale di Rio de Janeiro), che ha evidenziato anche un numero record di casi monitorati sulla stampa nelle elezioni del 2024.
“La violenza politica è diventata un vero e proprio strumento per mantenere e ottenere privilegi politici in Brasile, e manca una risposta da parte dello Stato nel suo insieme. Da questa naturalizzazione, i casi sono in aumento”, afferma Gisele Barbieri, coordinatrice dell’advocacy politica di Land dei diritti, che ci ricorda che i casi sono sottostimati.
Ai motivi dell’aumento si aggiungono il proliferare di fake news, minacce e reati virtuali senza regolamentazione e la espansione della criminalità organizzatasia nel finanziamento delle campagne elettorali che nell’intimidazione di agenti politici. “Abbiamo avuto difficoltà a classificare i casi in RJ o in Amazzonia, ad esempio, dove le due aree sono miste”, spiega Barbieri.
Le minacce rappresentano il 40% dei casi quest’anno, seguite dagli attacchi (23%), cresciuti del 42% rispetto al 2020. La persistenza di questi attacchi e omicidi negli ultimi anni indica che la violenza estrema è diventata sempre più una risposta comune nelle controversie politiche, conclude il rapporto.
Uno degli episodi emblematici dell’ultima campagna è stato quello di Sindaco di Taboão da Serra (Grande SP), José Aprígio da Silva (Possiamo?), colpito alla spalla all’interno dell’autoblindo ufficiale. Lui è stato dimesso un giorno prima del secondo turno e ha pianto durante la votazionema non è riuscito a essere rieletto.
Per raccogliere i dati, i ricercatori hanno scansionato Internet utilizzando il linguaggio Python e parole chiave, oltre a una ricerca manuale sui social network, sui giornali online e sui principali portali di notizie. Hanno poi analizzato ogni episodio per valutare la presenza di motivazioni politiche.
Il rapporto sottolinea un fatto curioso: sebbene i consiglieri siano normalmente il bersaglio più comune, nel periodo elettorale di quest’anno si è verificata un’inversione di tendenza, e sindaci e vice-sindaci sono diventati le principali vittime (34%) – il che potrebbe segnalare cambiamenti nella dinamica delle elezioni. delle controversie da parte dell’Esecutivo locale, ma necessita di ulteriori approfondimenti.
La violenza colpisce anche rappresentanti di tutti gli schieramenti politici, di 25 partiti su 29, con PT e União Brasil in cima alla classifica. L’estrema destra, la destra e il centrodestra si distinguono per avere otto dei dieci partiti più colpiti. I casi di natura sessuale, invece, colpiscono maggiormente i candidati di sinistra.
Le donne cis e transgender, che rappresentano il 38% delle vittime, sono più vulnerabili su Internet e negli spazi di lavoro, mentre gli uomini sono più presi di mira in ambienti esterni, come nelle attività delle campagne. Soffrono più attacchi verbali, emotivi e psicologici e subiscono più attacchi fisici.
In termini di colore, i neri, nonostante siano sottorappresentati nel sistema politico, rappresentano il 44% delle vittime di violenza politica, una percentuale vicina a quella dei bianchi (52%), che sono sovrarappresentati. “C’è una violenza sproporzionata contro questi gruppi”, dice Gisele Barbieri.
Lo studio lascia raccomandazioni a quattro istituzioni per prevenire gli attacchi. Alla legislatura suggerisce programmi per combattere la violenza, migliorare le leggi ed espandere la sicurezza per i politici. Al Tribunale elettorale propone campagne contro l’incitamento all’odio e il monitoraggio delle fake news.
Per quanto riguarda il sistema giudiziario, cita il sostegno alle vittime, i canali di denuncia e la rapidità di giudizio dei casi. Infine, per i partiti politici, guida la creazione di organi di reporting interno e anche la promozione di campagne permanenti.