L’escalation di violenza contro gli oppositori del presidente del Venezuela, Nicolás Maduro, ha reso inevitabile l’irrigidimento della posizione del Brasile, secondo fonti del Ministero degli Affari Esteri intervistate da CNN.
L’intenzione è quella di rafforzare i valori democratici e la preoccupazione per il rispetto dei diritti umani nel Paese vicino.
In una nota pubblicata sabato, Itamaraty ha condannato l’arresto e la persecuzione degli oppositori del presidente chavista. Il testo è uno dei più duri diffusi dal governo Lula dalle elezioni venezuelane del luglio 2024.
Questa settimana, gli alleati di Maria Corina Machado, una delle principali voci dell’opposizione al regime chavista, hanno dichiarato di essere stata arrestata durante una protesta. Ore dopo è apparsa in pubblico. Il governo venezuelano nega l’arresto.
Il Brasile non ha mai riconosciuto la vittoria di Maduro a causa della mancata presentazione dei documenti elettorali. La divulgazione della documentazione era una delle condizioni stabilite nell’accordo di Barbados.
L’accordo prevedeva elezioni con la partecipazione dell’opposizione ed è stato mediato dal Brasile direttamente dal consigliere speciale della Presidenza per gli affari internazionali, Celso Amorim.
La tensione tra i paesi si è intensificata quando il Brasile ha posto il veto all’ingresso del Venezuela nei BRICS durante l’incontro in Russia dello scorso anno. Durante l’insediamento di Maduro, questo venerdì (10), i ministri di Lula e perfino il vicepresidente Geraldo Alckmin hanno tenuto a criticare. Il presidente ha scelto di non parlare.
Soprattutto perché Lula non intende rompere del tutto i rapporti con il Paese vicino. Prova di ciò è l’invio dell’ambasciatore brasiliano a Caracas, Glivânia Maria de Oliveira, per l’insediamento del presidente chavista.
Una fonte sottolinea, tuttavia, che la pubblicazione di Itamaraty mostra che il Brasile continuerà con relazioni protocollari e relazioni limitate ai massimi livelli di entrambi.