Gli autori di Astronomy & Astrophysical Letters sostengono che un tempo la Terra era più piatta all’inizio della sua esistenza. A riprova di questa ipotesi, citano il fatto che molti dei pianeti sono effettivamente un po’ “appiattiti”: la Terra è più piatta dello 0,3%, Giove del 6% e Saturno del 10%.
Ma, ipotizzano gli astronomi, ora sono i pianeti ad aver assunto questa forma. In precedenza, come protopianeti (un periodo compreso tra uno e cinque milioni di anni), erano appiattiti al 90%. Attualmente esistono due teorie principali sulla formazione dei protopianeti.
Una è la teoria dell’accrezione nucleare. Secondo questa teoria, i pianeti si formano grazie all’accrescimento graduale di particelle di polvere, che col tempo si uniscono per formare oggetti sempre più grandi.
La seconda è la teoria dell’instabilità del disco protoplanetario, che suggerisce che un disco ruoti intorno a una giovane stella e si disintegri rapidamente, in modo che i pianeti si formino in un tempo relativamente breve. Sebbene la seconda teoria sia meno popolare, gli astronomi hanno deciso di seguirla e hanno modellato la formazione di pianeti gassosi attorno a una giovane stella. A mezzo milione di ore dall’inizio del processo, gli scienziati hanno scoperto con sorpresa che i protopianeti non erano sferici.
Formatisi all’interno di un disco rotante, erano inizialmente piatti. Solo quando il gas e altri materiali si sono depositati sui poli nord e sud, la Terra è diventata sferica. Gli astronomi sperano di poter osservare i protopianeti e la loro formazione attraverso i telescopi nel prossimo futuro.
Se ciò sarà possibile, gli scienziati sperano che tali studi forniscano buone prove per la teoria dell’instabilità del disco. Tra l’altro, di pianeti da osservare nello spazio ce ne sono a bizzeffe: proprio di recente gli astronomi hanno scoperto un “pianeta bambino” che assomiglia in modo impressionante alla Terra. È vero che lì un anno dura quattro giorni.