La speranza è possibile? | Opinione
La conversazione ruotava questa settimana attorno a una preoccupazione: come mostrarci ogni settimana, per iscritto o in radio, speranzosi nonostante la minaccia di tempo? La questione è arrivata molto al processo del giornalista Andrea Rizzi, L’era della vendettasenza dubbio ispirato dal vecchio pensiero Gramscian che incoraggiava a posizionare di fronte al pessimismo dell’intelligenza, l’ottimismo della volontà. Ed è che dopo aver trovato i fattori che hanno alimentato il risentimento contagioso che l’estremo diritto incoraggia Rizzi procede a invocare la ribellione, i militari in resistenza, non cadere nella trappola comoda del nichilismo che si scusa per non fare nulla se nulla può essere cambiato.
The scenes that we observe daily and that are raising their grotesque tone in geometric progression, that heavy vision of prisoners locked up as animals in intensive production, of immigrants accused and expelled, of detainees by a dissident thought, or of the weak Climate, the surprising neo -colonialism that announces appropriation of others or that decides to erase a people from the face of the earth, everything is so overwhelming that the La tentazione di ridursi dalle spalle e dal rifugio nel tempo e nello spazio che uno ha toccato in fortuna, cancellato dalle nostre menti l’imperativo bisogno di reagire contro la barbarie.
Ne abbiamo parlato La finestraal pascolo di Carles Francino, che si chiedeva anche come rispondere a ciò che sta accadendo quando a volte hai la sensazione che nulla sia nella nostra mano, che la difesa della democrazia o del benessere sia troppo inaugurale per il piccolo potere che la gente comune ci aiuta. Lo stesso, ciò che possiamo fare, ha chiesto alla scienziata politico Cristina Monge davanti a un pubblico a Hueca che annuì come se fossero le domande che si aggravano non solo a chi è esposto pubblicamente, ma anche a colui che leggeva informazioni o lo ascolta. Lo abbiamo fatto sapendo che avremmo condiviso una tazza e un cibo con gli amici sempre accoglienti e che, almeno, in quello spazio raccolto attorno a un tavolo, il desiderio comune di ridurre l’inferno sarebbe stato respirato il più possibile. Eravamo consapevoli del fatto che nella vita quotidiana gli esseri umani si sviluppano mediante istinto di sopravvivenza una diplomazia di base che evita lo scontro quotidiano con il quale abbiamo nelle vicinanze, con il vicino, il collega, la coppia o il figlio.
A volte la violenza è scatenata, ma la storia ci mostra che questo conflitto è stato generalmente incoraggiato a comodità da coloro che detengono il potere. La brutalità che ci viene ritrasmessa in un diretto incessante ci fa sentire che siamo indifesi e quei toni dei chulescos che sono spesso presenti nei politici lì, ma anche da qui, autentici portavoce di maleducazione e cinismo, ci portano a mettere in discussione la nostra capacità di influenzare la deriva del mondo. Eseguiamo il serio pericolo di dimettersi dal fatto che non dipingiamo nulla, che nulla è la nostra mano, che è più a causa di schivare le pozzanghere e al sicuro. Ma la mia vita quotidiana contraddice ancora e ancora che il pessimismo che ci assalta, e sicuramente mi succede: se prestiamo attenzione, vediamo così tante persone che in un modo altruistico sono rivelate da altri, che si caricano sulla spalla dal loro potere per intimidire e scuotere la loro senso Piatti, come di solito accade, li paghiamo tutti.