La Spagna ha evacuato complessivamente 26 persone da Damasco – sette spagnoli, 16 ispano-siriani e tre parenti siriani dei suddetti – data la situazione di insicurezza che vive il Paese dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad. A causa della chiusura dell’aeroporto internazionale di Damasco, gli Affari Esteri hanno scelto di effettuare l’evacuazione via terra verso il Libano.
Un convoglio con sfollati, tra cui personale dell’ambasciata spagnola a Damasco, ha lasciato la capitale siriana all’alba e si trovava al confine con il Libano nelle prime ore del mattino, come ha annunciato in alcune dichiarazioni il ministro degli Esteri, José Manuel Albares a RNE. “Speriamo che una volta espletate queste pratiche possano essere al sicuro in Libano, dove il personale della nostra Ambasciata a Beirut li attende sul lato libanese del confine, che è stato pienamente attivato da ieri abbiamo deciso di avviare l’evacuazione da Damasco. ” ha aggiunto.
La colonia spagnola in Siria è molto piccola. All’anagrafe consolare risultano iscritte solo nove persone: cinque donne spagnole sposate con siriani e quattro cooperatrici. Fonti diplomatiche hanno però precisato che, oltre agli spagnoli non registrati, vi sono un centinaio di persone con doppia nazionalità. Tutti gli sfollati, hanno aggiunto, lo hanno fatto su base volontaria.
Il Ministero degli Affari Esteri assicura che, nonostante questa evacuazione, l’Ambasciata di Spagna a Damasco continua ad operare al servizio degli spagnoli che seguono il Paese. La Spagna non ha un ambasciatore in Siria da quando nel 2012 ha chiamato per consultazioni il diplomatico Julio Albi a causa della repressione delle proteste da parte del regime, motivo per cui il massimo rappresentante spagnolo presso le autorità siriane è l’incaricata d’affari, Mariana Figueroa Sánchez. , trasferito a Beirut per motivi di sicurezza.
Sabato il governo spagnolo ha rivolto un appello “a tutte le parti in Siria, nella regione e nella comunità internazionale, affinché gli eventi storici che il Paese sta vivendo conducano ad una transizione politica pacifica e inclusiva, secondo i termini della risoluzione 2254 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che garantisce l’unità, la sovranità e l’integrità territoriale del Paese”.