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La Spagna continua a dominare: batte la Danimarca e finisce prima nel girone | Calcio | Sport


La Spagna ha iniziato un po’ a rilento questa prima fase delle Nazioni con un pareggio a Belgrado, dopo la grande festa degli Europei, e quella è stata una delle poche cose che era consentita. È ripartita e contro la Danimarca ha chiuso l’andata della competizione da prima del girone, dopo una partita in cui ha prima giocato e dimostrato che tutto funziona nell’ecosistema De la Fuente, e poi ha subito la spinta finale dei danesi. La Roja ha guidato il Copenaghen con i gol di Oyarzabal e Ayoze, ballando sulle note di Dani Olmo, che ha sempre trovato spazio e tempo per tutti.

1

Kasper Schmeichel, Jannik Vestergaard, Joachim Andersen, Alexander Bah, Victor Kristiansen (Patrick Dorgu, min. 86), Christian Nørgaard (Mikkel Damsgaard, min. 60), Morten Hjulmand, Pierre-Emile Højbjerg, Christian Eriksen (Andreas Skov Olsen, min. . 78), Albert Grønbæk (Gustav Isaksen, min. 60) e Rasmus Højlund (Kasper Dolberg, min. 78)

2

David Raya, Dani Vivian, Marc Cucurella, Pedro Porro, Aymeric Laporte, Mikel Oyarzabal, Mikel Merino (Pedri, min. 79), Álex Baena (Fabián Ruiz, min. 61), Dani Olmo (Nico Williams, min. 69), Martín Zubimendi (Marc Casadó, min. 69) e Ayoze Pérez (Álvaro Morata, min. 68)

Obiettivi
0-1 minuto. 14: Oyarzabal. 0-2 minuti 57: Ayoze Perez. 1-2 minuti 83: Gustav Isaksen

Arbitro Rade Obrenovic

cartellini gialli

Christian Nørgaard (min. 32), Oyarzabal (min. 73), Hojbjerg (min. 78), Morata (min. 89), Joachim Andersen (min. 89), Gustav Isaksen (min. 91)

Davanti a me c’era un nuovo enigma. La Danimarca aveva un nuovo allenatore, aveva un’aria diversa da quella mostrata un mese fa a Murcia, contro una squadra che non cambia, a prescindere dai giocatori che De la Fuente mette in campo. Sulla panchina opposta, Brian Riemer si era sbarazzato della passata difesa a cinque e della contemplazione. I danesi si posizionano molto più in alto, provano a contrastare l’uscita della Spagna, e quando si riprendono cercano il gol senza passaggi intermedi. Ma hanno avuto difficoltà a rubare contro una squadra sfuggente. I macchinari di De la Fuente lavorano con altissima precisione e velocità fulminea.

Non c’erano né Carvajal, né Le Normand, né Rodri, né Fabián, ma la palla volava lo stesso e Porro, Vivian, Zubimendi e Merino scappavano dalla trappola che i danesi tentavano di tendere nel dominio di Raya. Gli spagnoli sono apparsi, hanno giocato e sono evaporati. Il rivale inseguiva ombre volatili. E un po’ più in là, Dani Olmo ha sempre trovato strade tra le righe. A volte al primo tocco; altri, evadono con il palleggio. Era il connettore universale dell’apparecchiatura. I blaugrana, che si muovono in queste zone trafficate con formidabile compostezza e chiaroveggenza, hanno trovato lì l’aiuto di Ayoze, in questa occasione servendo da attaccante, con Morata che si sta riprendendo dagli effetti del colpo alla testa della scorsa settimana.

La Spagna si è salvata con un tocco o con lanci lunghi, ma il colpo ancora più dannoso è stato quando si è ripresa con l’uscita della Danimarca, con quell’alta pressione così caratteristica della sua brillante Coppa dei Campioni. Merino ha bloccato una via di fuga molto vicino all’area di Schmeichel e ha trasformato subito la vertigine della pressione in calma. Lasciò tutto in sospeso in quella zona calda finché Ayoze non apparve alla sua destra. E hanno accelerato di nuovo. Il canario ha visto l’arrivo di Oyarzabal, gli ha dato la palla e il capitano ha colpito in rete.

Con la stessa intenzione e lo stesso piano generale, la Spagna ha molti modi per raggiungere la zona. Non aveva in campo Lamine Yamal o Nico Williams, i pugnali degli Europei, ma Olmo aveva la mappa per trovare le vie dentro. Il secondo gol è arrivato così. I blaugrana si sono girati in mezzo e hanno messo un pallone pulito alle spalle della difesa verso il quale è corso Ayoze, battendo Schmeichel con il sinistro.

Quello spazio dietro Vestergaard era particolarmente promettente. Pedro Porro si è ripreso da un suo errore e ha automaticamente puntato un lancio lungo su quel campo, in cui Ayoze ha approfittato ancora una volta della sua accelerazione. Rimase solo con il portiere, e pensò e ripensò finché non decise per una sottile vaselina, tanto che non si alzò nemmeno e partì docilmente lungo la linea di fondo.

La Spagna non ha voluto alzare il piede. Per cercare di mantenere le rivoluzioni, De la Fuente ha chiamato Fabián, Nico Williams, Morata e Marc Casadó, che ha fatto il suo debutto in nazionale quando Zubimendi si è seduto sull’erba e ha sottolineato il fastidio che avvertiva alla coscia destra. Ma la Danimarca ha aggiunto più carbone alla caldaia.

La Roja aveva tutto sotto controllo, tranne l’entusiasmo di Isaksen, uscito tremante dalla porta con un tiro contro il palo e poi incassato un premio quando la sua voracità ha superato la sicurezza di Fabián e Raya. Il centrocampista del PSG ha provato ad appoggiarsi al portiere per uscire, senza accorgersi che il danese si muoveva alle sue spalle. Ha passato la palla a Raya, segnando e scuotendo gli ultimi minuti. La Danimarca chiude la serata sfruttando lo slancio di Isaksen e compromettendo Raya, che devia un tiro pericoloso di Olsen quando il tempo stringe. La Spagna ha resistito, è arrivata prima nel girone e giocherà il ritorno dei quarti di finale in casa a marzo.



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Luca

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Salve, mi chiamo Luca e sono l'autore di questo sito con utili consigli di cucina. Sono sempre stato affascinato dalla cucina e dagli esperimenti culinari. Grazie a molti anni di pratica e all'apprendimento di diverse tecniche culinarie, ho acquisito molta esperienza nel cucinare diversi piatti.