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La ripresa del Real Madrid che vacilla contro le grandi rivali | Calcio | Sport



I primi allarmi sulle disfunzioni che il nuovo Real Madrid potrebbe subire in seguito alla perdita di Kroos e all’inserimento di Mbappé furono lanciati a metà agosto a Maiorca, all’esordio in campionato con il francese. Carlo Ancelotti quella sera lasciò nella sala stampa di Son Moix un avvertimento la cui eco non si è del tutto evaporata: “Siamo andati in vantaggio e siamo riusciti a segnare il secondo. Nel secondo tempo ci è mancato l’equilibrio. E’ una partita che potevamo perdere perché non avevamo equilibrio. Siamo una squadra molto offensiva e l’equilibrio difensivo è una parte fondamentale”.

Quella notte sull’isola iniziò la ricerca: un modello che sferrasse un attacco che sembrasse travolgente senza che la terra crollasse sotto i suoi piedi. Nei quasi cinque mesi trascorsi da allora si sono visti miglioramenti, come nelle partite contro Osasuna e Siviglia, ma la batosta ricevuta a Jeddah nella classica finale di Supercoppa torna nel territorio dei dubbi. Madrid ha fatto abbastanza progressi per affrontare il problema della classe media, è vero, ma soccombe ancora alla crudezza della gerarchia.

La distanza tra i due mondi misura abbastanza bene la differenza tra il pericolo che concede all’avversario nelle partite di campionato e il pericolo che concede nelle partite di Champions League, altro livello competitivo. Nel torneo locale, gli avversari realizzano occasioni del valore di 0,86 goal attesi (xG) a partita, secondo il modello Hudl Statsbomb, in linea con le ultime stagioni. Tuttavia, i rivali del concerto europeo causano quasi il doppio del danno, 1,66 xG, più che in qualsiasi dei sei corsi precedenti.

La differenza tra Champions e Lega è naturale, visto il salto di livello delle rivali, ma in questo secondo periodo di Ancelotti sulla panchina del Bernabéu la distanza non è mai stata così grande. Nelle tre stagioni precedenti la differenza era compresa tra il 15,4% nel 2023/24 e il 29,4% nel 2022/23. Questo corso è triplicato: è al 93%.

Il risultato pratico è che il Real Madrid non è riuscito a battere i rivali più forti che ha affrontato: ha pareggiato con l’Atlético e perso contro Milan, Liverpool, Athletic e due volte contro il Barça, oltre che contro il Lille. L’unica vittoria importante, contro il Borussia Dortmund, è stata necessaria una rimonta pazzesca dopo un’ora di gioco piuttosto negativa in cui i tedeschi erano andati sullo 0-2.

Dopo la battuta d’arresto di Jeddah, il Real Madrid ha nuovamente aperto un processo di riflessione, secondo fonti del club. Era un capitolo che credevano già chiuso dopo la crisi causata dalle sconfitte consecutive in casa contro il Barça e contro il Milan, a inizio novembre. Si era rilevato un miglioramento sostenuto dal maggior impegno degli attaccanti nell’assetto difensivo, ma lo sviluppo delle gare ha rivelato che il progresso è stato sufficiente contro rivali di media, ma crolla contro le alte sfere.

Il club è consapevole dell’influenza degli infortuni. Il 5 ottobre persero Carvajal per tutto l’anno e il 9 settembre persero Militão. La fascia destra da loro difesa è stata quella punita con più insistenza dal Barcellona a Jeddah, dove Tchouameni e Lucas Vázquez hanno sofferto molto. Anche se l’analisi non punta solo a loro. Le fonti consultate ritengono che l’inserimento nel mercato invernale di un terzino destro, come ad esempio il giocatore del Liverpool Trent Alexander-Arnold, non risolverebbe il problema di equilibrio segnalato da Ancelotti già a Maiorca. Credono che nell’ultima classica gli attaccanti abbiano ignorato troppo i compiti difensivi. Percepiscono in loro una notevole mancanza di impegno, che attribuiscono in parte alla stanchezza. Inoltre, anche se Arnold accoglie con favore il suo arrivo al Real Madrid, è difficile convincere il Liverpool a lasciarlo andare quando è immerso nella lotta per la Premier League e la Champions League.

Quindi l’attenzione, come nell’altro momento critico, cade ancora una volta su Ancelotti e sulla sua capacità di trovare soluzioni (soprattutto rotazione giocatori) e di risvegliare l’impegno, come a novembre. Non corre un rischio imminente, ma la sua capacità di spiccare il volo verrà valutata nelle prossime sei partite, tre di fila in casa e tre in trasferta, fino al 1° febbraio.



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Luca

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