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La riduzione dell’orario di lavoro solleva preoccupazioni e richiede un dibattito più ampio


Gli esperti indicano un calo della produttività e un aumento dell’informalità nel mercato del lavoro come impatti negativi; Érica Hilton, autrice del PEC, riconosce la necessità di un dialogo aperto e costruttivo

LEANDRO CHEMALLE/THENEWS2/ESTADÃO CONTÚDOLa proposta ha già il numero minimo di firme ed è pronta per essere esaminata al Congresso

Il recente proposta di modifica della Costituzione (PEC) che mira a ridurre l’orario di lavoro da 44 a 36 ore settimanali ha generato un clima di apprensione nel settore produttivo brasiliano. La misura, che ha già le condizioni per essere esaminata alla Camera dei Deputati, incontra la resistenza di diversi settori dell’economia. Per Flávio Roscoe, presidente della Federazione delle Industrie del Minas Gerais, gli impatti immediati sarebbero negativi, come la limitazione della crescita della produttività e un possibile aumento dell’inflazione. Egli sostiene che una riduzione artificiale dell’orario di lavoro, senza un corrispondente aumento della produttività, può comportare il trasferimento dei costi al consumatore e il trasferimento della produzione all’estero.

La giornata lavorativa attuale è distribuita su sei giorni, con un giorno di riposo. La proposta propone che il lavoratore si prenda tre giorni di ferie. Tuttavia, Roscoe sottolinea l’importanza di considerare le condizioni dell’attuale mercato del lavoro e il tasso di disoccupazione, che è intorno al 6%, prima di attuare cambiamenti così significativi. Egli avverte che una riduzione prossima al 25% dell’orario di lavoro potrebbe comportare una carenza di manodopera, in particolare in settori come il commercio, i servizi, gli alberghi e l’alimentazione, che dipendono dalla manodopera in orari variabili.

L’avvertimento è rafforzato anche da Bruno Omori, presidente dell’Istituto per lo sviluppo del turismo, della cultura e dell’ambiente, il quale ha affermato che il cambiamento potrebbe aumentare i costi operativi o causare un deficit nel servizio, oltre a ridurre potenzialmente il numero dei dipendenti. Cristiane Grano Haik, specialista in diritto del lavoro, ritiene inoltre che il cambiamento della legge potrebbe aumentare l’informalità e portare ad una diminuzione dei salari. Si chiede se le aziende sarebbero in grado di mantenere lo stesso livello salariale riducendo l’orario di lavoro, senza compromettere la sostenibilità finanziaria del lavoratore.

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D’altra parte, il deputato Erica Hiltonautore del PEC, sostiene che il dibattito si svolgerà insieme ad imprenditori di diverse dimensioni, alla ricerca di un testo che faccia avanzare la questione del lavoro in Brasile. La proposta, che ha già il numero minimo di firme, lo è pronto per essere elaborato al Congresso. Hilton ritiene che la riduzione dell’orario di lavoro possa portare benefici ai lavoratori, ma riconosce la necessità di un dialogo aperto e costruttivo come governo per trovare un equilibrio che serva gli interessi sia dei lavoratori che dei datori di lavoro.

*Con informazioni di Alvaro Nocera

*Rapporto prodotto con l’aiuto dell’intelligenza artificiale





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