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La richiesta di arresto di Netanyahu dovrebbe essere “un punto di svolta”, dicono le agenzie


Diverse agenzie umanitarie hanno avvertito che la comunità internazionale deve sostenere la decisione della Corte penale internazionale (CPI), che ha emesso un mandato di arresto contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu per crimini di guerra commessi a Gaza.

Human Rights Watch (HRW) ha sottolineato l’“importanza” dell’annuncio, che dipende dalla “disponibilità dei governi a sostenere la giustizia”.

“I mandati di arresto della Corte penale internazionale contro alti leader israeliani e un funzionario di Hamas mandano in frantumi la percezione che alcuni individui siano fuori dalla portata della legge”, ha affermato Balkees Jarrah, direttore della giustizia internazionale presso HRW.

“Questi mandati dovrebbero finalmente costringere la comunità internazionale ad affrontare le atrocità [dessa guerra] e garantire giustizia a tutte le vittime in Palestina e Israele”, ha concluso Jarrah.

Giovedì la corte ha emesso mandati di arresto per Netanyahu e per l’ex ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant (21).

Le accuse si riferiscono a crimini di guerra commessi durante gli attacchi israeliani contro Gaza, iniziati 13 mesi dopo gli attacchi guidati da Hamas il 7 ottobre.

In seguito all’annuncio, la relatrice speciale delle Nazioni Unite per i territori palestinesi, Francesca Albanese, ha affermato in un post su X che i leader dei diritti umani “devono lavorare insieme per mantenere accesa la fiamma della responsabilità”.

Il centro israeliano per i diritti umani, B’Tselem, ha affermato che “tutti gli Stati collegati” devono rispettare la decisione di “rispettare i mandati”.

“La responsabilità personale di chi prende le decisioni è un elemento chiave nella lotta per la giustizia e la libertà. La politica del governo israeliano ha provocato la morte di decine di migliaia di civili e la sofferenza di milioni di persone”, afferma B’Tselem.

L’ONG Medical Aid for Palestines (MAP) con sede nel Regno Unito ha affermato che l’annuncio della Corte penale internazionale “dovrebbe essere un punto di svolta per Gaza e l’intera regione”.

“Le continue violazioni di Israele contro i palestinesi sono state rafforzate da decenni di impunità, e gli attacchi su Gaza dello scorso anno hanno devastato il sistema sanitario e causato enormi sofferenze civili”, ha affermato il MAP in una dichiarazione a CNN.

L’ufficio del primo ministro israeliano ha risposto alla sentenza della Corte penale internazionale affermando che “Israele respinge completamente le azioni e le accuse assurde e false della Corte penale internazionale, che è un organismo politicamente parziale e discriminatorio”.



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Luca

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