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La proposta di ridurre l’età pensionabile militare comporterebbe un risparmio di 12 miliardi di R$, valuta CLP


Il Public Leadership Center (CLP) ha affermato che la proposta del governo di rivedere la spesa per le pensioni militari consentirebbe di risparmiare solo 12 milioni di R$ nel 2025. Secondo l’organizzazione, la misura è insufficiente per raggiungere gli obiettivi proposti dal team economico.

Nell’ambito del mega pacchetto di revisione della spesa che il governo sta preparando, uno dei suggerimenti per il Ministero della Difesa è quello di aumentare l’età pensionabile militare da 50 a 55 anni.

Le misure sono state presentate dal Ministero delle Finanze ai militari la settimana scorsa. Secondo il ministro della Difesa José Múcio, i termini sono stati “accettati”.

Nell’analisi dell’impatto finanziario preparata dal CLP, se il personale militare dovesse lavorare fino all’età di 54 anni, invece di andare in pensione prima dei 50, il risparmio ammonterebbe a soli 12 milioni di R$ nel 2025 e 25 milioni di R$ nel 2030.

“Questi valori considerano un tasso di sostituzione fiscale del 50%, cioè il costo dei nuovi soldati che sostituirebbero quelli in pensione sarebbe pari alla metà del loro stipendio”, si legge nella nota dell’organizzazione.

Un altro punto evidenziato dal CLP nella proposta del governo è la creazione di un’aliquota contributiva aggiuntiva del 3,5% che potrebbe generare entrate extra di circa 2 miliardi di R$ all’anno.

Tuttavia, secondo la valutazione degli esperti, questa somma è insufficiente anche se paragonata al deficit delle pensioni militari, che raggiunge i 50 miliardi di real.

“Pertanto, sebbene le misure rappresentino un progresso, hanno un impatto fiscale limitato e non sono sufficienti a risolvere il problema strutturale del sistema pensionistico militare. C’è una chiara necessità di riforme più ampie che promuovano aggiustamenti significativi nelle spese e nelle entrate, al fine di garantire la sostenibilità finanziaria a lungo termine”, si legge in un altro estratto della nota.

Tra i punti principali della proposta dei ministeri vi sono il progressivo aumento dell’età minima per il passaggio alla riserva retribuita da 50 a 55 anni e le modifiche alle regole pensionistiche, come la limitazione dei beneficiari e la fine dei cosiddetti “pensioni fittizi”. morte”. Infine, verrebbe implementato un contributo agli stipendi del 3,5%.

Un altro suggerimento del CLP è quello di aumentare l’età minima per il passaggio alla riserva retribuita ad almeno 60 anni. Secondo i tecnici dell’organizzazione, ciò allineerebbe il Brasile alle pratiche internazionali e ridurrebbe la pressione sul sistema di previdenza sociale, “poiché il personale militare rimarrebbe in servizio attivo più a lungo, contribuendo per un periodo più lungo prima di diventarne beneficiario”.

Inoltre, l’organizzazione valuta che sia “essenziale porre fine alla completezza dei pensionamenti dei militari”, seguendo l’esempio di quanto già attuato nel servizio pubblico federale civile.

Questo cambiamento implicherebbe che i benefici sarebbero calcolati sulla base del reddito medio e non sull’ultimo stipendio ricevuto, rendendo il sistema più sostenibile. È inoltre fondamentale eliminare le pensioni che non esistono nel regime generale di previdenza sociale, garantendo equità tra i vari regimi di previdenza sociale del paese.

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Luca

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