I legali di Juana Rivas hanno chiesto misure per garantire la tutela del figlio più piccolo, che vive in Italia con il padre, Francesco Arcuri, dopo che la Procura di Cagliari ha presentato un atto d’accusa contro di lui per presunti maltrattamenti ai danni dei figli più grandi con la madre.
Nello specifico, nell’atto d’accusa della Procura italiana, datato 14 novembre, è accusato di aver sottoposto entrambi “abitualmente a violenza fisica, umiliazioni, insulti e minacce”, riferisce in un comunicato lo studio legale di Carlos. Considerata questa circostanza, e visto che il loro figlio più piccolo risiede con Arcuri, i legali di Rivas esprimono “la massima preoccupazione per il fatto che un minore sia costretto a continuare a vivere con il padre dopo l’esistenza di un processo penale aperto per maltrattamenti nei suoi confronti”. , nelle cui indagini si è concluso che esistono prove più che sufficienti” per accusarlo e procedere all’apertura di un processo penale contro di lui.
Per questo invitano le autorità competenti ad adottare “immediatamente” misure per garantire l’effettiva tutela del minore. I legali ricordano che lo scorso marzo la Corte di Cassazione, dopo aver accolto in tutti i suoi termini il ricorso di Rivas, ha annullato la sentenza della Corte d’appello di Cagliari con la quale i due figli dell’ex coppia erano stati separati da Arcuri e Rivas e ha disposto il processo civile da ripetere. Da quella sentenza, il figlio più giovane vive con il padre in Italia, mentre il maggiore, che oggi ha 18 anni, rimane stabilmente con la madre in Spagna.
Ma, “stando così le cose, tuttavia, ad oggi la sentenza non è stata eseguita” e senza che sia stata adottata alcuna misura cautelare a tutela del minore, che “continua ad essere obbligato a vivere a Carloforte con il padre. Il figlio maggiore di Rivas chiede aiuto per suo fratello. Lo studio legale ha anche reso pubblico un video del figlio maggiore di Juana Rivas in cui chiede aiuto, da lui richiesto anche alla Procura generale di Cagliari attraverso una lettera in cui esprime: “Conosco mio padre e so che lui non è in grado di controllare la sua impulsività e rabbia. “Mio fratello è in grave pericolo.”
Nel video reso pubblico questo martedì dagli avvocati, sottolinea questa idea e spiega che nel 2017 è stato “strappato” dalla sua casa, che è, dice, sua madre, quando aveva 11 anni e suo fratello tre. Suo fratello, aggiunge, «attualmente continua a vivere in quell’inferno» che ha vissuto, assicura, fino ai 16 anni: «Vive con accanto un violentatore, ha paura di esprimere quelle cose perché sa che il suo il padre può venire a conoscenza di queste cose e minacciarlo. Si sente a rischio di morte. Mi sono sentito così e vedo il mio riflesso in lui.
Juana Rivas è stata condannata a cinque anni di carcere per due reati di sottrazione di minori, anche se la Corte Suprema di Spagna ha parzialmente accolto il ricorso di questa residente a Maracena (Granada) e ha ridotto della metà la sua pena considerando che, nonostante fossero due i minorenni rapiti , ha commesso un unico delitto. I fatti sono avvenuti nell’estate del 2017, quando la Rivas trascorse un mese con i figli in un luogo sconosciuto per non consegnarli al padre con la scusa di proteggerli da Arcuri, che nel 2009 fu condannato per averla ferita e che ha denunciato nuovamente per maltrattamenti nel 2016. Nel luglio 2022, la Corte Suprema ha concesso a Rivas la grazia parziale, che ha commutato la sua condanna definitiva in 180 giorni di lavoro a beneficio della comunità e della comunità. obbligo di seguire un percorso di genitorialità positiva, misura di grazia che non ha cancellato la sua traiettoria nella giustizia italiana.