La Procura dello Stato chiede alla Procura Generale di annullare la registrazione e cancellare i fascicoli sequestrati | Spagna
La Procura della Repubblica ha chiesto l’annullamento della perquisizione effettuata dalla Guardia Civil nell’ufficio del Procuratore Generale dello Stato, Álvaro García Ortiz, e la cancellazione del materiale intervenuto nel procedimento giudiziario aperto a seguito della denuncia sporta contro di lui. . di Alberto González Amador, socio della presidente della Comunità di Madrid, Isabel Díaz Ayuso. I servizi legali dello Stato, che difendono il massimo rappresentante del Pubblico Ministero nel procedimento, ritengono che questa iniziativa del giudice istruttore Ángel Luis Hurtado fosse piena di “difetti”, rappresentasse una “manifesta e notoria sproporzione” e violasse diversi “diritti fondamentali”.
“L’esecuzione di queste procedure di ingresso, perquisizione, sequestro o clonazione o rovesciamento dei dispositivi di archiviazione di massa delle informazioni costituisce sicuramente il danno più grande (il tempo dirà se irreparabile) che sia stato causato alla Procura Generale dello Stato e al Procuratore Capo. Provinciale di Madrid”, precisa la Procura di Stato in un ricorso inviato alla Camera Penale della Corte Suprema, datato 8 novembre e al quale EL PAÍS ha avuto accesso.
Il 30 ottobre, il giudice Hurtado ha ordinato agli agenti dell’Unità Operativa Centrale (UCO) della Guardia Civil di entrare negli uffici di García Ortiz e del procuratore capo provinciale di Madrid, Pilar Rodríguez, e di intervenire su tutti i dispositivi informatici e telematici di entrambi . Il magistrato ha adottato questa misura nell’ambito del caso promosso per cercare di scoprire chi ha fatto trapelare alla stampa un’e-mail che la difesa di González Amador ha inviato il 2 febbraio alla Procura di Madrid, attraverso la quale offriva un accordo per riconoscere i reati imputati a lui per aver architettato un piano di false fatture per frodare l’Erario di 350.000 euro.
La Procura della Repubblica ritiene che questa iniziativa del giudice Hurtado sia “irregolare” e consista nello svolgimento di una “indagine prospettica che, prevedibilmente, tenta di chiarire alcuni sospetti del gip, ma che esulano dall’ambito oggettivo dell’indagine stabilita” da la Camera Penale della Corte Suprema quando ha dato il via libera all’apertura del procedimento contro García Ortiz. In questo senso, la difesa del procuratore generale insiste che l’Alta Corte ha perseguito i vertici del pubblico ministero per quanto accaduto dopo le 22 del 13 marzo, quando il pubblico ministero Julián Salto (che trattava il caso contro il fidanzato di Ayuso) ) ha inviato loro il e-mail con il patto; e fino alla sua diffusione sulla stampa nel giro di poche ore. Secondo il ricorso, però, il gip avrebbe ampliato motu proprio periodo sospettato e ordinò il sequestro delle comunicazioni avvenuto durante sette mesi (dall’8 marzo al giorno della perquisizione), anche se in seguito, una volta che la Guardia Civil ebbe preso tutto il materiale, Hurtado rettificò e informò gli agenti che avevano solo per analizzare e-mail e messaggi che si sono verificati dall’8 al 14 marzo 2024, entrambi compresi.
L’Avvocatura dello Stato rimprovera inoltre al giudice che il “primo provvedimento” adottato con questa istruzione sia stata una ricerca di tale portata. “La sproporzione denunciata è ancora maggiore se si considera che la delibera impugnata non ha in alcun modo tenuto conto delle funzioni costituzionali esercitate dalla Procura”, insiste il ricorso inviato alla Suprema Corte: “Sarebbe stato quanto meno necessario di delimitarne l’estensione in modo più preciso e proporzionato, tenuto conto degli interessi concorrenti”. “Nell’agenda del procuratore generale, nei suoi contatti, nelle e-mail, in tutta l’attività svolta attraverso i media [intervenidos] “Ci sono informazioni che possono compromettere la sicurezza dello Stato, l’attività di altre istituzioni, gli interessi nazionali, gli impegni con terzi e, in ultima analisi, l’intera struttura della Procura”. “Questo interesse pubblico non è stato oggetto di alcuna considerazione”.
Per comprendere queste indagini bisogna tornare indietro di otto mesi. Dopo aver appreso dello scandalo che circondava la coppia di Ayuso, i suoi consiglieri e il suo capo di gabinetto, Miguel Ángel Rodríguez, iniziarono a manovrare per attaccare la Procura. Il 13 marzo, la squadra della presidente ha cominciato a diffondere la bufala secondo cui il pubblico ministero le avrebbe offerto un patto. Infatti, nella stessa notte di quel giorno, Il mondo pubblicato quell’informazione distorta. Rodríguez gli ha fatto eco con l’obiettivo di costruire la sua tesi secondo cui la presunta offerta della Procura, poi ritirata, faceva parte di una sorta di ricatto a fini politici per logorare il leader del PP. Tuttavia, la realtà era diversa. Era stato il fidanzato di Ayuso che, più di un mese prima, aveva preso l’iniziativa di cercare di raggiungere quell’accordo attraverso quell’e-mail che il suo avvocato Carlos Neira aveva inviato il 2 febbraio al pubblico ministero.
Questo dettaglio, che smontava le tesi del PP di Madrid, è stato rivelato da diversi media (tra cui EL PAÍS e SER) tra la stessa notte del 13 marzo e la mattina presto del 14, pubblicando anche quella email proveniente dal socio del presidente. Alle 10:20 del 14 marzo 2024, e vista la valanga di richieste di informazioni da parte dei media, la Procura ha anche emesso un comunicato stampa in cui sfatava le bugie che la squadra del presidente stava propagando.
González Amador ha poi riferito i fatti. Il Procuratore Generale dello Stato ha sempre difeso di non aver fatto trapelare la traversata e-mail e che il comunicato non rivela alcuna informazione che non fosse già nota alla stampa. Su questo insiste la Procura della Repubblica in questo ricorso, aggiungendo che ci sono prove sufficienti che diversi media avevano quelle email ancor prima che il procuratore Julián Salto le inviasse ai suoi superiori la notte del 13 marzo: “No, non ci sono dati oggettivi ovvero un fatto che possa essere considerato indizio dell’esistenza di un reato e del collegamento delle persone indagate con esso.” “C’erano molte altre persone che avevano a disposizione queste e-mail”, tra cui persone vicine a González Amador, sostiene la difesa di Álvaro García Ortiz.
L’Ufficio legale rimprovera Hurtado di “ignorare o tacere aspetti fondamentali”, come ad esempio che “l’origine di questo caso si trova in informazioni distorte” precedentemente diffuse. “La procura è stata vittima di un processo politico parallelo”, sottolinea. Attraverso altri scritti, i servizi legali dello Stato hanno chiesto che Miguel Ángel Rodríguez sia citato a testimoniare e che l’analisi delle informazioni sequestrate alla Procura Generale sia sospesa fino alla risoluzione dei ricorsi pendenti.