La Procura chiede cinque anni di carcere per Marine Le Pen e la sua immediata squalifica dalla politica | Internazionale
L’estrema destra Marine Le Pen, leader del Raggruppamento Nazionale (RN), è apparsa davanti ai giornalisti questo mercoledì dopo le otto di pomeriggio. Stava lasciando l’aula di tribunale che sta giudicando lei e altri 24 membri del suo partito, allora chiamato Fronte Nazionale, per aver dirottato fondi dell’Unione al loro partito in Francia. L’Unione Europea affida ai consulenti retributivi a Bruxelles. Le Pen aveva gli occhi rossi e sembrava un po’ emozionata. Arrabbiato, ma anche sconcertato. Aveva appena sentito come il pubblico ministero avesse chiesto cinque anni di carcere, ―con possibilità di sospensione per tre anni―, e una pena di ineleggibilità per i prossimi cinque anni con esecuzione immediata, cioè già applicata durante il processo di appello. .quella parte del dolore. Se venisse condannata e la sentenza fosse confermata, non potrebbe candidarsi alla presidenza nel 2027. La notizia peggiore per Le Pen.
A un mese e mezzo dall’inizio del processo, mercoledì la Procura ha chiesto sentenze interdittive contro Le Pen e gli altri 24 imputati – esponenti del partito, ex deputati ed ex assistenti parlamentari – “modulate” secondo le responsabilità di ciascuno. L’accusa ha chiesto cinque anni di reclusione, di cui due fermi, ma con possibilità di aggiustamento, e cinque anni di interdizione per il capo dei deputati del RN, oltre a una multa di 300.000 euro. “Il loro unico obiettivo è impedirmi di essere il candidato del mio gruppo alle elezioni presidenziali”. [de 2027]. Bisogna essere sordi e ciechi per non vederlo”, si lamentava.
La settimana scorsa, Le Pen ha detto alla corte che la squalifica a cui potrebbe andare incontro avrebbe “conseguenze estremamente gravi”, come privare milioni di elettori del “loro candidato”.
Il cosiddetto scandalo dei posti di lavoro fittizi sarebbe stato, presumibilmente, un’azione diretta dalla leadership del partito di estrema destra francese di Le Pen per utilizzare i finanziamenti ricevuti da Bruxelles tra il 2004 e il 2016, un periodo in cui il partito era molto più presente in Europa ―e, quindi, sussidi― che in Francia, per funzioni esterne al suo perimetro legale. Bruxelles ha poi portato a 6,8 milioni di euro l’importo di cui ha beneficiato la RN attraverso un “sistema fraudolento di distrazione di fondi” che, fondamentalmente, ha utilizzato i soldi per pagare gli assistenti al Parlamento europeo per questioni interne della formazione in Francia. Durante le sue argomentazioni, come pubblicato Il mondoi due pubblici ministeri hanno descritto, uno dopo l’altro, la struttura di un “sistema” consistente nell’assunzione di “falsi” assistenti parlamentari europei che, in realtà, lavoravano per il partito.
Gli imputati sono sospettati, secondo i magistrati francesi che hanno condotto le indagini dalla fine del 2016, di aver avviato “in modo concertato e deliberato” in quel periodo un “sistema di appropriazione indebita” dei 21.000 euro mensili stanziati dalla UE a ciascun deputato per remunerare i propri assistenti parlamentari. Questi ultimi avrebbero lavorato tutto o parte del loro tempo per la RN, consentendo così al partito un notevole risparmio sugli stipendi.
Nel 2014, dopo l’elezione di una ventina di deputati del FN, il tesoriere del partito Wallerand de Saint-Just scrisse: “Possiamo andare avanti solo se riusciamo a risparmiare in modo significativo attraverso il Parlamento europeo”, ha ricordato il pubblico ministero, citando le e-mail – “non tutte, perché ce ne sono troppi” – che parlano di “accordi finanziari” e di “trasferimenti” di alcuni partecipanti a determinati deputati a seconda della disponibilità di fondi. Un messaggio dice: “L’uno o l’altro, puoi scegliere”.
Se la squalifica fosse pronunciata con sospensione della pena, come è avvenuto con l’imputato del Movimento Democratico – l’altro partito politico francese che ha subito un processo simile -, essa non verrebbe applicata a meno che Le Pen non commettesse un’altra infrazione entro il termine fissato dalla sentenza. Tribunale. La decisione dovrebbe essere nota all’inizio del 2025.
Tra gli imputati figura il padre dell’attuale leader del RN e fondatore dell’ex Fronte nazionale, Jean-Marie Le Pen, 96 anni, oltre ad altri 11 deputati dell’epoca, tra cui Louis Aliot (attuale sindaco di Perpignan), e perfino lo stesso Marinaio, a cui viene chiesto di pagare una multa di 4,3 milioni di euro. Il patriarca della famiglia, ricoverato questo mercoledì, non è stato presente al processo a causa del suo stato di salute, ritenuto incompatibile con un’udienza.
Il processo ha un impatto diretto sulla vita politica francese, proprio nel momento in cui il partito di Le Pen è diventato l’arbitro della contesa. Dopo un risultato imprevisto nelle ultime elezioni, molto peggiore di quanto previsto dal partito, Macron ha incoraggiato la RN respingendo la proposta della sinistra di formare un governo. Il partito di estrema destra – con 126 deputati e 10 milioni di voti – detiene ormai la chiave per la continuità del nuovo Esecutivo del primo ministro, il conservatore Michel Barnier.