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La prima dichiarazione del Cid cita nove persone incriminate dal PF nell’inchiesta sul colpo di stato


La prima testimonianza del patteggiamento di Mauro Cid, ex aiutante di campo di Jair Bolsonaro (PL), menziona nove dei 37 incriminati dalla Polizia Federale per presunto tentativo di colpo di stato dopo le elezioni del 2022.

L’informazione è stata rivelata nell’articolo del giornalista Elio Gaspari, del quotidiano “O Globo”, e confermata da CNN.

Il patteggiamento del Cid è stato approvato dal ministro Alexandre de Moraes, del Tribunale Supremo Federale (STF), nel settembre 2023. Successivamente ha rilasciato più di dieci dichiarazioni. Secondo l’ex aiutante di campo, dopo la vittoria di Luiz Inácio Lula da Silva (PT), tre gruppi gravitavano attorno a Bolsonaro.

Il primo di questi sono i “conservatori”, che avrebbero una linea politica. L’intenzione di questo gruppo era quella di trasformare Bolsonaro in un “grande leader dell’opposizione”. Alcuni dei membri sarebbero il senatore Flávio Bolsonaro (PL-RJ) e Bruno Bianco, ex procuratore generale dell’Unione.

Ci sono anche dei “moderati”, che dicono di essere d’accordo con “le ingiustizie” del Brasile, ma non sono favorevoli ad un intervento radicale. “Hanno capito che non si poteva fare nulla, visto il risultato delle elezioni, altrimenti sarebbe stato un colpo di stato armato”, dice Cid. Tra i partecipanti figuravano il generale Freire Gomes, allora comandante dell’esercito, e il generale Paulo Sérgio Nogueira, allora ministro della Difesa.

Il terzo gruppo, secondo il comunicato, sarebbe quello dei “radicali”, divisi in due gruppi: uno sarebbe favorevole a perseguire presunti brogli alle urne. Un’altra parte “era favorevole ad un braccio armato”. Tra loro, secondo il documento, figuravano il presidente del PL, Valdemar da Costa Neto, e il generale Eduardo Pazuello, ex ministro della Sanità.

Il Cid cita anche l’ex first lady Michelle Bolsonaro e il deputato federale Eduardo Bolsonaro (PL-SP) come parte dell’ala più radicale, che “parlava costantemente con l’ex presidente, istigandolo a compiere un colpo di stato”.

Alcuni punti della prima dichiarazione del Cid erano già noti, anche perché appoggiava il rapporto finale del PF sul tentativo di colpo di stato, reso pubblico alla fine dell’anno.

Secondo il rapporto, gli indagati hanno lavorato per mantenere Bolsonaro al potere dal 2019, il primo anno del mandato dell’ex presidente.

Un progetto di colpo di stato sarebbe stato preparato da Bolsonaro con il sostegno di un nucleo legale, ha indicato il PF. C’era anche una data specifica in cui l’ex presidente avrebbe firmato il decreto golpista: 15 dicembre 2022.

Secondo la valutazione del PF, l’ex presidente ha addirittura lasciato il Paese il 30 dicembre 2022, per evitare un possibile arresto e attendere l’esito degli attentati golpisti del Três Poderes, avvenuti l’8 gennaio 2023.

UN CNN prova a contattare quelli indicati.

Articolazione

Dall’indagine è inoltre emerso che l’ex presidente ha pianificato, agito e controllato gli atti volti a un colpo di stato. Il piano sarebbe stato stampato addirittura al Palácio do Planalto, sede del governo.

Il comitato per la campagna 2022 è stato utilizzato da Braga Netto, ex ministro di Bolsonaro e candidato alla vicepresidenza alle ultime elezioni presidenziali, per riunioni sull’intervento militare. Sarebbe il grande artefice del piano golpista.

Il PF ha anche sottolineato che Bolsonaro e Valdemar Costa Neto, presidente del PL, hanno avuto “un’azione intenzionale” diffondendo una storia di brogli nelle elezioni del 2022, ha detto in un messaggio l’ex aiutante di campo di Bolsonaro, il tenente colonnello Mauro Cid ottenuto da PF che non vi erano prove di frode.

Braga Netto fece persino pressioni sui comandanti dell’esercito e dell’aeronautica affinché si unissero al colpo di stato. Il comandante della Marina dell’epoca, Almir Garnier, aveva “carri armati pronti” per agire.

Secondo il PF, Bolsonaro ha presentato il decreto golpista ai comandanti delle Forze Armate in cerca di appoggio.

Secondo il rapporto, il generale Freire Gomes, allora comandante dell’esercito, sarebbe stato decisivo per garantire che il colpo di stato non avvenisse. Braga Netto aveva ordinato di aggredirlo.

Il PF ha anche indicato che i soldati hanno agito deliberatamente all’insaputa dei comandanti. Avevano anche un “libretto di anonimizzazione” per nascondere le tracce di truffe.

Gli investigatori hanno anche sottolineato che Bolsonaro era a conoscenza di una lettera con contenuto golpista firmata da militari.



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Luca

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