La Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori ha pubblicato martedì il suo primo rapporto in un decennio dalla sua fondazione. Gli autori raccomandano di accelerare l’allontanamento dei chierici che hanno abusato sessualmente di minori e di migliorare la formazione di coloro che sono responsabili del loro sostegno. La commissione osserva che c’è ancora del lavoro da fare a livello globale sulla situazione attuale, in cui la reputazione della Chiesa ha spesso la precedenza sul sostegno alle vittime, ha riferito l’AFP, citata dalla TASR.
Il rapporto annuale è stato preparato da un team di esperti della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, un organo consultivo creato nel 2014 da Papa Francesco. La task force è stata guidata dall’avvocato Maud de Boer-Buquicchi, che ha molti anni di esperienza nella difesa dei minori, come riporta il sito web Vatican News.
Il cardinale statunitense Sean O’Malley, ex arcivescovo di Boston che per decenni ha raccolto le testimonianze dei sopravvissuti agli abusi, ha dichiarato martedì in una conferenza stampa in Vaticano che è iniziata una nuova era “in cui la responsabilità, la cura e la preoccupazione per le vittime stanno iniziando a portare la luce nell’oscurità”.
Non è un problema nuovo
In un documento di 50 pagine, la Commissione osserva che alcune chiese hanno affrontato e denunciato il problema degli abusi da più di una generazione. Tuttavia, soprattutto in Africa e in Asia, il problema non è ancora diventato un argomento di dibattito pubblico.
La commissione, che è un organo del Vaticano, nel suo rapporto sottolinea anche la mancanza di trasparenza all’interno della stessa Curia romana. Il Dicastero per la Dottrina della Fede, la cui sezione disciplinare è responsabile dei casi più gravi di reati sessuali, ad esempio, viene criticato nel rapporto per, tra le altre cose, la mancanza di dati e l’opacità delle procedure canoniche.
“La mancanza di trasparenza non fa che alimentare la sfiducia dei fedeli e soprattutto delle vittime”, avverte il rapporto.
Il rapporto sottolinea “la necessità di accelerare il processo di rimozione degli autori dei reati”. Tuttavia, non specifica se questo processo debba avvenire quando i sospetti sono già stati avanzati o solo dopo il completamento del processo giudiziario.
L’Europa lavora lentamente
In Europa, nonostante le numerose misure adottate dal clero per combattere gli abusi sessuali, gli autori del rapporto hanno riscontrato la frustrazione delle vittime a causa della lentezza con cui vengono trattati i casi all’interno della Chiesa, che spesso attende il completamento del processo penale.
La commissione chiede che le vittime di abusi abbiano il diritto di essere informate, ad esempio su cosa è successo al loro aggressore e se rischiano di incontrarlo a Messa. A tal fine, la commissione suggerisce di prendere in considerazione la creazione di un mediatore o di un ombudsman.
Parte del mandato della commissione è quello di assistere le chiese locali nello sviluppo di linee guida – in effetti, i dignitari della chiesa hanno spesso preso decisioni ad hoc a loro piacimento.
La Commissione per la protezione dei minori dovrebbe ora pubblicare un nuovo rapporto ogni anno. I membri della Commissione per gli abusi, nominati direttamente dal Papa, sono esperti in campi che vanno dalla psicologia clinica alla legge ai diritti umani.