La PL dei conducenti delle app esce dal radar del Congresso – 22/12/2024 – Panel
Il conto quello regola il lavoro dei driver delle app inviato in marzo dal governo di Luiz Inácio Lula da Silva (PT) al Congresso uscito dal radar elettorale della Camera e non dovrebbe essere ripreso, secondo i membri dell’Esecutivo e la leadership della Camera.
La regolamentazione di questi lavoratori è una promessa elettorale di Lula e rappresenta un gesto del membro del PT nei confronti del segmento più allineato con l’ex presidente. Jair Bolsonaro (PL). Il testo però non è piaciuto alla categoria, che ha criticato aspramente la proposta.
Un collaboratore di Lula dice che la questione è scomparsa dai radar e non ci si aspetta che venga ripresa, proprio perché ha causato “danni inutili” all’immagine del governo federale e, soprattutto, del presidente. Un leader del centro afferma che non vi è alcuna possibilità che questa proposta venga portata avanti. Afferma che il progetto era “già nato morto”, data la quantità di critiche ricevute.
Il progetto è stato inviato al Congresso dopo un anno di dibattito. La proposta ha incontrato resistenza anche tra i parlamentari. La prima sconfitta dell’Esecutivo è avvenuta in aprile, quando il governo ha dovuto ritirare il regime di emergenza (che richiede una deliberazione sul testo entro 45 giorni) Visto il rischio che non venga approvata, una battuta d’arresto per il ministro del Lavoro, Luiz Marinho.
In quel momento, il capo del governo alla Camera, José Guimarães (PT-CE), ha dichiarato che esiste un accordo con i leader e il presidente della Camera, Artù Lira (PP-AL), in modo che il progetto potesse essere analizzato nei comitati tematici e portato al voto in plenaria nel primo semestre, cosa che non è avvenuta. Anche nel secondo semestre il tema non ha fatto progressi alla Camera.
In una sessione della Camera in aprile, Marinho ha fatto un “mea culpa” e ha detto che il governo era “incapace” comunicare il contenuto del progetto. Sebbene il Congresso non veda la possibilità di riprendere l’argomento, il Ministero del Lavoro non ha gettato la spugna e ritiene comunque possibile andare avanti sull’argomento.
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