Il generale di riserva, detenuto dal 19 novembre, è accusato di coinvolgimento in un presunto complotto golpista volto a impedire l’insediamento del presidente Luiz Inácio Lula da Silva nel 2022
La Procura Generale (PGR) ha espresso opposizione alla richiesta di revoca della carcerazione preventiva del generale in pensione Mario Fernandesche è detenuto dal 19 novembre. È accusato di coinvolgimento in a piano di colpo di stato che mirava a impedire a Luiz Inácio Lula da Silva di entrare in carica nel 2022. La difesa del generale sostiene che non presenta rischi e che ha rispettato tutte le misure precauzionali imposte. Nella sua dichiarazione davanti alla Corte Suprema Federale (STF), il procuratore generale Paulo Gonet ha sottolineato che non sono emersi fatti nuovi che giustifichino il rilascio di Fernandes. Egli ha sottolineato che l’arresto del generale è supportato da prove che indicano un rischio per l’ordine pubblico, considerata la gravità delle accuse contro di lui.
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I documenti ottenuti durante le indagini hanno rivelato un piano chiamato “Pugnale verde e giallo”, che conteneva linee guida sulle armi e strategie per avvelenare Lula. Fernandes, che ha lavorato presso il Segretariato generale della Presidenza, ha partecipato a riunioni in cui si è discusso di come mantenere Jair Bolsonaro al potere e ha difeso le azioni di colpo di stato prima delle elezioni del 2022. La PGR ha anche sottolineato che l’influenza di Fernandes sugli altri coinvolti nelle indagini rappresenta un rischio alla stabilità democratica e alla continuità delle indagini. Il relatore del caso presso la STF, Alexandre de Moraes, dovrebbe presto decidere se la carcerazione preventiva del generale sarà mantenuta o revocata, tenendo conto degli argomenti presentati dalla PGR e dalla difesa.
*Rapporto prodotto con l’aiuto dell’intelligenza artificiale
Pubblicato da Matheus Oliveira