L’avvocato Vitor Marques e l’ex deputato federale e uomo d’affari Alexis Fonteyne hanno discusso, questo giovedì (5), in Il Grande Dibattito (dal lunedì al venerdì, alle 23:00) se la proposta di emendamento sulla sicurezza (PEC) arriva in ritardo al Congresso.
Nel contesto di un intenso dibattito con gli Stati sulle nuove linee guida per combattere la violenza nel Paese, il governo federale intende rinviare la consegna della PEC al prossimo anno, dopo le elezioni legislative. La bozza di proposta è alla Casa Civile.
I membri del Ministero della Giustizia ammettono di poter recepire nel testo i suggerimenti degli Stati, ma senza modificare l’ossatura del PEC, che prevede la costituzionalizzazione di un Sistema unico di pubblica sicurezza (Susp).
Inoltre, intende espandere i poteri della Polizia Federale per indagare sulle milizie e sulle organizzazioni criminali transnazionali e creare una Polizia Ostensiva, in sostituzione della Polizia Federale Stradale (PRF), per operare su ferrovie e vie navigabili.
Per Marques, non tutte le misure proposte “nella foga del momento” hanno la capacità di rispondere con la necessaria soddisfazione ed efficienza. Ciò accade perché l’argomento è molto delicato.
“Un PEC di tale rilevanza e importanza necessita di essere elaborato e certamente ascoltato da tutti gli attori, governatori, senatori, deputati federali per arrivare a un modello che risponda effettivamente alla sfida posta”, ha affermato Marques.
Per Fonteyne la PEC è molto in ritardo e alcune parti avrebbero dovuto essere approvate molti anni fa, come l’integrazione informativa.
“Questo Sistema Unico di Pubblica Sicurezza, con tutta l’integrazione delle informazioni che si generano negli Stati, nelle città, e che oggi è assolutamente incomunicabile. Le questioni di un mandato di sicurezza, un rapporto di polizia, una persona che ha già un caso in altri stati, una parte digitale, una scena del crimine”, ha detto Fonteyne.