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La MPF si chiede se Meta applicherà modifiche alle regole in Brasile



Mercoledì (8) il Ministero pubblico federale (MPF) ha chiesto a Meta, titolare di Facebook, WhatsApp e Instagram, se la fine del sistema di fact-checking annunciato dal direttore generale della società, Mark Zuckerberg, verrà attuata in Brasile. La grande tecnologia avrà 30 giorni lavorativi per rispondere.

La MPF ha chiesto all’ufficio di Meta in Brasile di presentare i dettagli sulle nuove regole, se verranno applicate nel paese. L’obiettivo della lettera è valutare in che misura le modifiche alla piattaforma “potrebbero eventualmente incidere sui diritti degli utenti di queste piattaforme che vivono nel nostro Paese”.

La lettera, preparata dalla MPF di San Paolo, è stata inviata nell’ambito dell’inchiesta che indaga, dal 2021, su “possibili violazioni dei diritti fondamentali” da parte delle principali piattaforme digitali operanti in Brasile, ha informato il Agenzia del Brasile.

Martedì (7), Meta ha annunciato la fine del processo indipendente di controllo dei contenuti negli Stati Uniti. Il sistema sarà sostituito da “note contestuali”, una funzionalità simile a quella utilizzata da X. Zuckerberg ha espresso preoccupazione per un’eccessiva censura per modificare le regole.

La MPF chiede a Meta di spiegare quali violazioni saranno considerate gravi dopo il cambiamento. “E quali violazioni, invece, saranno considerate di ‘bassa gravità’, diventando oggetto di moderazione solo e solo dopo provocazione da parte di terzi, poiché l’annuncio fatto ieri non specificava i dettagli di questi quadri”, si legge nel documento.

Inoltre si chiede chiarimenti su quali restrizioni su temi come l’immigrazione e il genere verranno eliminate. “Chiarire l’impatto di tali cambiamenti sulla politica di moderazione che, come riportato in questi documenti, verrebbe applicata oggi per contenere l’incitamento all’odio”, ha affermato il MPF.

Il governo critica i cambiamenti annunciati da Meta

“Meta ha deciso di concentrarsi sull’espansione del proprio modello di business. Sfortunatamente, poiché gli algoritmi della società sono segreti, questa scelta tende a intensificare il disordine informativo in un ecosistema digitale che già deve affrontare sfide significative legate alla diffusione di notizie false e all’incitamento all’odio”, ha affermato il ministro.

Il nuovo ministro della Segreteria per le comunicazioni sociali (Secom), Sidônio Palmeira, ritiene che la fine dei controlli su Facebook e Instagram sia “un male per la democrazia”, ​​poiché impedisce il controllo della “proliferazione dell’odio, della disinformazione, delle fake news”.

João Brant, segretario delle Politiche Digitali del Secom, ha affermato che la decisione di Zuckerberg è un “invito all’attivismo di estrema destra” che, secondo lui, significa un’azione politica insieme al governo di Donald Trump.



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