La leggenda, il complotto e un mistero – 22/11/2024 – Demétrio Magnoli
Una leggenda circonda l’8 gennaio 2023 a Brasilia: quel giorno Bolsonaro e i suoi amici tentarono un colpo di stato. Si sa da tempo che il vero complotto del colpo di stato si è svolto prima, tra novembre e dicembre 2022. L’arresto del generale Mário Fernandes, ex comandante delle operazioni speciali dell’esercito, e della sua banda di ragazzi neri, conferma ciò che questo era già noto, in generale termini, da parte della STF e della stampa. È giunto il momento di separare un evento dall’altro, affinché possa essere fatta giustizia.
La leggenda nacque dall’impatto delle immagini spettacolari e barbariche dell’invasione degli edifici della STF e del Congresso da parte di una folla di vandali idioti infuriati da un miraggio, e si consolidò attraverso le sentenze esecutive emesse dai giudici in mantello nero. Non era ragionevole immaginare un’operazione di colpo di stato lanciata dopo, e non prima, il trasferimento del potere al governo eletto. Ma le leggende tendono a persistere, sfidando la logica e i fatti.
La vera cospirazione non ha immagini né suoni. La sua trama, però, è radiografata e si svolge dalla seconda settimana di novembre 2022 fino a metà dicembre. Il piano operativo del colpo di stato fu stampato due volte a Planalto. I ragazzi neri si riunirono per mettere a punto la trama che sarebbe culminata negli omicidi di Alexandre de Moraes, Lula e Alckmin. Viene formulata la bozza politico-legale del colpo di stato. La cerchia ristretta di Bolsonaro ha organizzato la “protesta popolare” espressa negli accampamenti davanti alle baracche.
Prima dell’arresto di Fernandes, si credeva che tutto sarebbe naufragato il 7 dicembre, data dell’incontro di Bolsonaro con l’Alto Comando dell’Esercito, quando la maggioranza dei comandanti rifiutò la “dovuta obbedienza” al presidente sovversivo, salutando la Costituzione. Ora si sa, però, che Fernandes si è incontrato con Bolsonaro al Palácio da Alvorada il 12 agosto e, giorni dopo, i ragazzi neri si sono trasferiti a Brasilia e hanno monitorato i passi di Moraes per portare a termine la loro sanguinosa missione.
Sorge allora la domanda: cosa è successo il fatidico 15/12, data prevista per il rapimento di Moraes, per abortire l’esito? La cronologia della trama non si esaurisce con il famoso incontro del 7/12, ma prosegue per altri otto giorni e copre qualche evento decisivo ancora nascosto.
La soluzione del mistero dipende dalle indagini del PF. Ma la giustizia dipende da una svolta da parte della STF, che ha concentrato la sua attenzione sulla leggenda, deviando comodamente dalla cospirazione vera e propria. Gli zombie 8/1 sognavano un colpo di stato già fallito. Il suo bizzarro tentativo di accendere la miccia dell’intervento militare merita una giusta punizione, non “condanne esemplari” progettate per suscitare applausi frenetici da parte del pubblico e, allo stesso tempo, nascondere i crimini dei “bravi uomini” che hanno articolato il vero complotto.
I giudici in camice nero hanno nomi, date, testimonianze e documenti. Evidentemente il generale Fernandes e i suoi figli neri non si sono comportati in modo appropriato. Quanto tempo ci vorrà perché il loro capo si sieda finalmente sul banco degli imputati?
Le piume degli zombie scalzi abbandonati dal loro leader in terra incognita raggiungono la soglia stratosferica di 17 anni. Il numero merita di essere ricordato. Quale sarà la sentenza della STF per i truffatori cool, in divisa o in giacca e cravatta, che circolano nel cortile dell’impunità?
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