La giustizia ordina alla PF di indagare sul soldato israeliano in Brasile
La Corte Federale ha ordinato un’indagine contro un soldato israeliano, che attualmente si trova sul suolo brasiliano, per presunti crimini di guerra commessi nella Striscia di Gaza. L’indagine sarà condotta dalla Polizia Federale, con richieste di intervento da parte del Ministero Pubblico Federale (MPF).
Lo ha stabilito il giudice federale Raquel Soares Charelli, in data 30 dicembre 2024, con l’ordine del 3 gennaio di inviare materiale alla PF.
“Ritenuta la necessità di ottemperare agli adempimenti richiesti dal Pubblico Ministero Federale, ordino il download completo dei file (full download of files), scaricando separatamente la parte inserita nel predetto ID, per motivi di segretezza, per l’invio al Polizia federale via e-mail”, sottolinea il giudice nella decisione.
La prima richiesta di indagini è stata avanzata attraverso un rapporto penale formulato dagli avvocati Maira Machado Frota Pinheiro e Caio Patrício de Almeida, i quali sostenevano che Yuval Vagdani, cittadino israeliano e possibile “criminale di guerra”, si trovasse nel territorio nazionale e che, pertanto, il Lo Stato brasiliano, in quanto firmatario di trattati internazionali, come la Convenzione di Ginevra e lo Statuto di Roma, ha il dovere di reprimere tali crimini, anche se commessi fuori dal territorio nazionale.
“Applicare il principio di extraterritorialità e di competenza universale per elaborare e giudicare le notizie”, dice il giudice.
Il sospetto iniziale è che l’israeliano si trovasse a Morro de São Paulo, Bahia, e quindi il caso ha iniziato a essere trattato nello Stato. Tuttavia, è stato trasferito al Distretto Federale per motivi legali. Il giudice di turno del distretto di Salvador, dopo il parere della MPF, ha rinviato il caso a Brasilia in base all’art. 88 del codice di procedura penale. L’articolo stabilisce che, per i reati commessi fuori del territorio brasiliano, la giurisdizione spetta alla capitale dello stato in cui l’imputato ha risieduto per ultimo.
UN CNN non è riuscito a contattare Yuval Vagdani.