La fortuna è per chi ce l’ha – 03/11/2024 – Juca Kfouri
All’Atletico Paranaense, in casa, è bastato pareggiare con il minacciato Vitória, perché il Corinthians affronti, in zona retrocessione, il Palmeiras, a Itaquera, questo lunedì (4).
E il Furacão è stato battuto 2-1 dai bahiani.
A Bragantino, in casa, è bastato battere il condannato Cuiabá per riportare i bianconeri in Z4.
E il Massa Bruta ha pareggiato solo a reti inviolate con il Mato Grosso.
Alla Juventude, in casa, non restava che battere il Fortaleza, anche se era più difficile delle missioni di Atleticanos e Bragantinos, riportare anche Timão in semifinale prima di affrontare il rivale.
E i Gauchos sono stati battuti 3-0 dai tifosi del Ceará, ancora alle calcagna del Palmeiras e con il Botafogo ancora nel mirino.
Una squadra del nord-est non aveva mai raggiunto i 60 punti nel campionato brasiliano nella sua formula attuale, superando i 59 punti di Vitória e Sport, rispettivamente nel 2013 e 2015.
Sì, il 32esimo turno e la fortuna sorride così tanto al Corinthians che basta non perdere il derby e il Criciúma perde, come molto probabile, contro l’Inter, a Beira-Rio, martedì.
Guarda il raro lettore e il raro lettore che invece di vincere dice che non perderà contro il Palmeiras.
Perché il settimo pareggio nel 20esimo derby giocato a Itaquera, con sette vittorie per i bianconeri e sei per i bianconeri, sarà molto gradito nel cammino che resta al club del Parque São Jorge per sfuggire alla seconda caduta.
In più, per i tifosi bianconeri più sadici, toglierebbero due punti preziosi al rivale nella corsa al terzo scudetto brasiliano all’inseguimento del Botafogo.
Se ne dubiti, John Textor apparirà con una valigia bianca a Itaquera. Guardalo!
L’obiettivo stagionale del Corinthians è stato così ridimensionato: evitare, ancora una volta, l’umiliazione più grande, come nel 2007.
Che il Corinzi non sia nato per questo è chiaro.
Che Andrés Sanchez, Duílios Monteiros Alves e Augustos Melos siano nati per renderlo infelice, indebitarlo e metterlo in imbarazzo, per farlo vergognare, è anche più che ovvio.
Ma restano lì, liberi, leggeri e sciolti, ridendo in faccia ai fedeli che soffrono.
I primi, si ripete fino alla nausea, andrebbero espulsi dal club per gestione sconsiderata; l’ultimo doveva essere in piazza tramite impeachment, tanti furono i pasticci tutt’altro che innocenti della sua amministrazione.
Ma dov’è finito il coraggio dei consiglieri?
MENGÔÔÔ!
Per la Coppa del Brasile ne è valsa la pena, ma se fosse per l’Inghilterra, tra Liverpool e Manchester City, gli inglesi firmerebbero.
Perché il Maracanã era più bello di Wembley e Flamengo e Atlético Mineiro avevano una grande classica.
Con occasioni da entrambe le parti nei primi dieci minuti, all’11’ il Dom Arrascaeta realizza l’1-0, con una bellissima giocata di piede su piede, e Galo lo sente.
Pep Guardiola si alzava in panchina e applaudiva.
Filipe Luís ha semplicemente applaudito, perché era già in piedi.
Mengo subentra e Gabigol si espande nel primo tempo e ancora di più nel secondo, quando realizza il 3-0 che sembra suggellare il titolo.
Poi Gabriel Milito si è inventato Alan Kardec e alla prima mossa, approfittando dell’esitazione di Léo Ortiz, Galo ha ridotto il punteggio al 3-1, mantenendolo in vita nella gran finale del suo Terreirão.
La Copa do Brasil è una delizia.
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