La folla è scesa in piazza in Siria per celebrare la caduta del governo di Bashar al-Assad
Questa domenica (8), la folla siriana è scesa in piazza per celebrare la caduta del presidente Bashar al-Assada seguito di una fulminante offensiva dei gruppi ribelli guidati dagli islamisti. La sconfitta del dittatore mette fine a più di 50 anni di governo della famiglia Assad, iniziato da suo padre, Hafez al-Assad, che governò dal 1971 al 2000. Il governo russo, principale alleato del governo deposto, ha confermato le dimissioni del leader e il suo esilio, con la concessione dell’asilo. La caduta del regime fu segnata dal saccheggio della lussuosa residenza del presidente Damascoche è stata invasa dopo che i ribelli sono entrati nella capitale siriana.
“Oggi non ho più paura”, ha detto Abu Omar, siriano di 44 anni, riferendosi alla repressione subita sotto il regime. In Piazza Umayyad, i combattenti hanno festeggiato, facendo cadere le statue di Hafez al-Assad e sparando colpi di gioia. L’offensiva dei ribelli, iniziata il 27 novembre dalla provincia di Idlib, ha provocato almeno 910 morti, tra cui 138 civili, e causato lo sfollamento di 370.000 persone, secondo i dati delle Nazioni Unite. La guerra civile in Siria, iniziata nel 2011 dopo le proteste contro il governo, ha provocato quasi mezzo milione di morti.
Abu Mohammed al Jolani, leader islamista della coalizione ribelle, è arrivato a Damasco e, in un discorso alla moschea degli Omayyadi, ha dichiarato che la Siria è stata “purificata” e che la fine del regime di Bashar al Assad segna l’inizio di un nuovo epoca per il Paese. Ha detto che i ribelli hanno liberato tutti i prigionieri “ingiustamente detenuti” e hanno annunciato la fine dell’“era oscura” del partito Baath.
La comunità internazionale ha reagito con posizioni diverse. Il segretario generale dell’ONU António Guterres ha celebrato la fine del “regime dittatoriale” in Siria, mentre il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha definito la caduta di Assad una “opportunità storica” e ha sottolineato che il leader dovrebbe “essere responsabile”. La Russia, a sua volta, ha assicurato che le basi militari russe nel Paese erano sicure e ha chiesto una riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per discutere la situazione.
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Il Qatar e l’Arabia Saudita hanno messo in guardia dal rischio di caos e divisione in Siria, mentre la Turchia ha chiesto una transizione pacifica. Si è espresso anche il governo israeliano, che considera la caduta di al Assad una “giornata storica”. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha ordinato all’esercito di impadronirsi della zona smilitarizzata sulle alture di Golan e ha dichiarato che Israele non permetterà la presenza di forze ostili al confine. La caduta del regime di Assad apre un periodo di incertezza per la Siria, che continua ad essere frammentata dalla guerra civile, con diverse potenze internazionali coinvolte nel conflitto.
*Con informazioni fornite dall’AFP
Pubblicato da Felipe Dantas